Un malato ed un medico al tempo della Covid-19.
“Avvistamenti”ospita una forte testimonianza di un medico in prima linea.
Nessun risvolto positivo collegato alla lotta contro il corona virus potrà mai compensare la perdita anche di una sola vita. Ma questa testimonianza, tratta da un gruppo Facebook per soli medici, italiani e non solo, (oltre novantunomila) che serve a condividere clinica e letteratura scientifica sul Covid-19 e del quale faccio parte, deve essere conosciuta. È di un medico svizzero, il dott. Francesco Colella Albino, che ringrazio per averne concesso la pubblicazione. È una storia laica, vissuta all’interno di un reparto di terapia intensiva, uno di quelli che vediamo in televisione in questi giorni.
Capiremo che da questo dolorosissimo tempo è emersa una meravigliosa Sanità, che già esisteva ma che adesso forse ha preso maggiore consapevolezza dei propri mezzi, del suo profondo legame con la comunità e della straordinaria coesione di chi ne fa parte. Non ci resta che sperare, adesso, che i suoi amministratori ne siano all’altezza.
“È un malato che non avevo mai visto in ventitré anni di carriera.
Un malato che ha febbre, tosse e stanchezza ma non ha l’aspetto di chi è quasi spacciato.
È un malato, l’anziano Covid-19, che ti guarda con sfida, con lo sguardo che vuol dirti “ho superato il fascismo e la guerra, mica morirò per un’influenza…” e con lo sguardo provi a rassicurarlo ma sai che non sarà così, lo sai bene perchè satura l’87% e ha una frequenza respiratoria di 35 atti respiratori al minuto ma lui non percepisce bene cosa sta acadendo… non è un embolia polmonare, non è un edema polmonare, lì il paziente anziano lo vedi “brutto”, si agita si lamenta, qui non sempre è così.
È un malato solo, senza parenti che gli possano tenere la mano o parlargli o ascoltarlo.
È un malato in serie, con un quadro clinico laboratoristico e radiologico standard, dove a far la differenza è l’età e la presenza di altre malattie. Tu si, tu no, tu si, tu no… devi stare bene per farcela.
È un malato l’anziano Covid dove il nostro ruolo di medici mai come ora ci richiama all’umanità, alla comunicazione con il paziente e soprattutto al contatto umano e comprensivo con i familiari.
È un malato dove la nostra resilienza può salvare una vita e dove il nostro amore può aiutarne altre.
A volte non riusciamo a farcela, corriamo per salvare un giovane e il nostro anziano che avevamo appena tranquillizato non ce la fa.
È un malato, è una malattia, che ci ha unito tutti, giovani medici e medici anziani, infermieri , tecnici, oss… tutti uniti contro un unico nemico che ci sta colpendo duro ma, non ci spezzerà: non ci spezzerà perchè abbiamo ritrovato l’umanità, che va oltre le conoscenze, la tecnologia, i farmaci ma che accomuna tutti noi che amiamo dal profondo il nostro lavoro.
Questo è il malato anziano Covid-19.”
Francesco Colella Albino
Geriatra – Ospedale Covid-19
Clinica Moncucco – Lugano
Svizzera
Marco Milazzo, pres. Associazione Vita 21 Enna
ass.vita21enna@