Cronaca

Tratto in arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia un 50enne, originario di Piazza Armerina

I Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina sempre particolarmente attenti a dare pronte ed efficaci risposte ai reati in danno alle vittime vulnerabili, continuano l’impegno profuso nell’ambito della Rete di Supporto antiviolenza, realizzata in sintonia con le “linee guida” del Protocollo Operativo “CODICE ROSSO”, in attuazione delle direttive sancite dalla Legge n.69 del 2019. L’impegno dell’Arma a tutela delle cd. fasce deboli (donne, anziani, bambini, diversamente abili), passa attraverso una rete che, grazie alla capillare distribuzione sul territorio delle Stazioni Carabinieri, permette di essere sempre pronti a recepire i segnali di disagio delle vittime, facendo accrescere la fiducia nelle Istituzioni e il convincimento a denunciare. Ad Aidone i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto un 50enne di Piazza Armerina, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale – Ufficio GIP – di Enna. L’uomo, a seguito di denuncia presentata dall’ex compagna per il reato di maltrattamenti in famiglia, è stato rintracciato nella città dei mosaici dai militari della Stazione di Aidone e, dopo le formalità di rito, è stato portato presso il proprio domicilio ove sconterà la misura cautelare. Il rapporto sentimentale, con l’insorgere della diffusione del virus COVID-19 e le difficoltà economiche attraversate, ha iniziato a deteriorarsi sfociando in continue liti e minacce mosse dall’uomo nei confronti della compagna anche davanti alla loro figlia minore. Dopo le prime discussioni, la donna decideva di terminare la relazione definitivamente, da quel momento i rapporti tra i due diventavano sempre più tesi, l’uomo infatti più volte minacciava di morte l’ex compagna, intimorendola in ogni modo. La donna, impaurita e stanca per la situazione creatasi, si è decisa a denunciare quanto stava accadendo, immediato l’intervento dei Carabinieri e della magistratura di Enna che, concordando con quanto esposto dai militari, ha subito emesso il provvedimento cautelare.

 

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