La Solidarietà del Laboratorio Re-in-surrezione al Movimento “Non accetto prediche da chi copre un abuso”

Il Laboratorio Re-in-surrezione esprime la propria solidarietà e vicinanza al movimento spontaneo “Non accetto prediche da chi copre un abuso”, che ha recentemente inviato una lettera aperta ai responsabili religiosi e civili di Enna, denunciando il profondo disagio vissuto dalla comunità, in particolare in vista delle celebrazioni della Settimana Santa. Il movimento, che segue da tempo la triste vicenda di Antonio Messina, ha sollevato il velo su una “via dolorosa” che coinvolge preti accusati di abusi, un tema che tocca profondamente il cuore di chi cerca giustizia e verità.
“Seguiamo da molto tempo la triste vicenda di Antonio Messina, la sua ‘via dolorosa’, causata dai preti coinvolti; alcune di noi lo conoscono personalmente e lo sostengono”, si legge nella comunicazione del Laboratorio. L’organizzazione non solo si unisce al movimento di denuncia, ma si dice anche “concorde con le richieste avanzate”, che pur non discriminando la fede religiosa, pongono al centro il valore della giustizia e della dignità umana. “Essi hanno a cuore il bene della comunità e al tempo stesso superano il credo religioso, sono condivisibili con l’umanità e la giustizia che dimorano in ogni persona”, aggiunge la lettera.
Il Laboratorio ha poi sottolineato l’importanza e il coraggio mostrato dal movimento nel ribellarsi alla “cinica indifferenza” con cui spesso il “sistema chiesa” ha affrontato questi crimini. “La vostra testimonianza è preziosa ed esemplare, un faro per chi ancora non ha trovato la determinazione e l’aiuto necessari per infrangere la ‘cupola di cristallo’ che protegge il silenzio e l’impunità”, prosegue il messaggio, evidenziando il ruolo fondamentale che il movimento gioca nel portare alla luce situazioni spesso ignorate e taciute.
Il Laboratorio Re-in-surrezione ha concluso il messaggio con un sentimento di profonda stima, unendosi all’invocazione di giustizia e verità che il movimento sta portando avanti, con la speranza che la forza della testimonianza e dell’indignazione possa finalmente fare luce su una vicenda che ha segnato e continua a segnare il cammino di molte persone.