Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Patto per Enna.
Prendiamo spunto dall’articolo sulla chiusura della sede ennese di SiciliaAcque pubblicato ieri e oggi su La Sicilia.
Caro sindaco… ma spendila una parola!
Il nostro territorio si è impoverito oltre misura. Un impoverimento dalle mille sfaccettature: siamo diventati poveri di Istituzioni che si accorpano e si decentrano, di risorse economiche proprie che muoiono, di risorse umane che emigrano, di occasioni che sfumano come la legge sulle comunità montane approvata lo scorso dicembre che taglia fuori la nostra città, come se il fatto di avere qualche migliaio di abitanti in più dei 15.000 che la legge prevede ci rendesse immuni dagli svantaggi che comporta lo stare situati a mille metri di altezza.
Ci aspettiamo tue posizioni forti. Capiamo per esempio che l’ “occasione” della rescissione del contratto con AcquaEnna è sfumata per cause imputabili ad altri, ma ci aspettiamo da anni un tuo grido ai quattro venti per l’esagerato costo dell’acqua che siamo costretti a pagare, per il paradosso che la più povera e piccola provincia paga il prezzo più salato. Grida sindaco! E fatti sentire. Batti i pugni sul tavolo dei signori che hanno deciso di sfruttare il nostro territorio per impiantare strutture che danno da bere a mezza Sicilia.
Ma come fai a stare in silenzio di fronte a tante criticità? Tutti si aspettano una tua parola, un tuo parere. Non diciamo la soluzione, che potrebbe anche starci, ma un tuo pronunciamento autorevole da sindaco, da primo cittadino; un tuo segnale, se non altro per capire che ne pensi. E non stiamo parlando di problemucci. Stai amministrando un Comune caro Sindaco, ma non stai amministrando la città!
Non dici una parola, nemmeno quando i problemi si chiamano anche “pronto soccorso” in continuo perenne tilt, espressione emblematica di un brutale arretramento funzionale del grande Umberto I. A proposito di sinergie con altri Enti, caro sindaco, spendila una parola per quelle favole infinite che gravano come macigni su questa nostra città: l’ “ex CISS”, la “Panoramica”, il “Museo Alessi”… Così come manca la tua voce in tutto ciò che riguarda l’interazione col territorio e con le Città vicine per dare forza all’identità della Sicilia “non metropolitana”.
E’ gravemente carente infatti la tua azione in difesa di un’area vasta interna siciliana; un territorio ampio che, pur valicando i confini del nostro comune, comunque ci appartiene. E’ purtroppo una dimensione identitaria che abbiamo capito non ti si addice. E ad ogni pubblicazione di classifica sui giornali specializzati, dove Enna si posiziona sempre in coda sia sul piano economico che di vivibilità, lo dimostrano le tue puntuali precisazioni quando sottolinei che si tratta di dati provinciali e non comunali, come se non fossi il sindaco del capoluogo di questa terra martoriata.
Così come ci aspettiamo che ti esprimi, su quei punti nevralgici che caratterizzano la grave sofferenza della città in questi ultimi anni, problemi grossi su mille fronti, che stanno portando Enna a spegnersi e che nessuna luminaria estiva o natalizia potrà mai riaccendere.
Non limitarti agli annunci sulla stampa e su facebook. Un grido, un appello, ce lo aspettiamo tutti, anche in forza al quel programma scritto insieme quattro anni fa.
E’ vero che abbiamo ereditato da altri questa moria economico-sociale, ma è anche vero che su questi fronti, l’attuale carenza di politica è forte. Oltre ad essere mancata la tua voce, sono mancati programmi e progetti. E non stiamo parlando di azione amministrativa ma di azione POLITICA, e tu ne rispondi a pieno titolo.
Le aspettative non possono essere esclusivamente demandate ai finanziamenti annunciati da quattro anni e legati ad “Agenda Urbana”, i cui benefici economici, seppur considerevolmente abbondanti, non risolveranno strutturalmente i problemi. Sono temi complessi che necessitano anche altro tipo di iniziativa poiché investono l’intero tessuto sociale: la costruzione di quell’impalcatura di “comunità” che non abbiamo ancora assunto. Sono problemi di natura culturale, legate ad un cambio di mentalità, poiché volevamo combattere un sistema e non una persona.
Maurizio Bruno, Capogruppo Patto per Enna