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Riaperte le scuole ad Enna. Genitori chiedono tutele per i loro figli

La maggior parte degli studenti delle scuole ennesi (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) sono tornati in aula tra le mille incertezze e i dubbi di genitori e docenti.

Il diritto allo studio tanto acclarato dal ministro Azzolina cozza con il diritto alla salute prioritario in un momento di pandemia. Numerose le proteste dei genitori che vorrebbero essere tutelati potendo garantire la salute dei ragazzi. La scuola è sicura da più parti è stato detto. Ed in effetti leggendo i dati dei tamponi effettuati agli studenti e ai docenti la percentuale di positivi trovata è realmente molto bassa. Nello scorso weekend su 1100 tamponi effettuati solo 5 sono stati i soggetti positivi.

Questo dovrebbe lasciare tutti un pò più sereni. Ma cosi non è. Il numero dei positivi ad Enna continua a salire. L’ospedale rischia già il collasso a causa anche dello scarso numero di medici impegnati in prima linea e del limitato numero di posti letti presenti.

Questo dovrebbe portare ad una maggiore tutela e non c’è dubbio che tenere le scuole chiuse in questo momento poteva essere un’ottima soluzione.

Di contro è anche vero che se da una parte i ragazzi la mattina fanno DAD il pomeriggio si ritrovano tra di loro privi di qualsiasi dispositivo di protezione cosi come lo stesso primo cittadino ha denunciato in un suo post pubblico su facebook.

Cosa è giusto? Il bisogno di sicurezza è allo stato attuale prioritario sul diritto allo studio. Di questo un Governo non può non tenere conto. Dietro gli studenti ci sono le famiglie e se è vero che per i ragazzi il contagio da Covid potrebbe non avere rischi eccessivi per la loro salute, per gli adulti il rischio è più elevato.

E poi bisogna considerare un altro problema. I bambini attualmente in quarantena restano fuori dalla didattica. Le scuole dovrebbero organizzarsi per assicurare loro di poter rimanere al passo con la classe. Però giungono numerose lamentale di disservizi in merito.

Tante sono le incertezze che caratterizzano le famiglie in questo periodo e il rientro a scuola lascia insoddisfatti tanti. Ma la normativa è nazionale per cui anche i dirigenti in questo momento possono fare ben poco cosi come il sindaco e l’Asp.

 

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