Presentato “Il peso dell’oro”, terzo romanzo di Barbara Bellomo
Fra reperti, un enigma e morti sospette, una nuova avventura per Isabella De Clio
Una giovane archeologa, un enigma antico, morti misteriose e intrighi ad esso collegati e la Sicilia a fare da sfondo: sono questi gli ingredienti de “Il peso dell’oro” (edito da Salani), nuovo romanzo della scrittrice Barbara Bellomo, che è stato presentato ieri pomeriggio nella sede di Hennaion, la biblioteca degli autori ennesi. L’evento ha preso avvio con i saluti di rito e il benvenuto agli ospiti da parte di Mario Messina (presidente CISI Onlus); ha preso, quindi, la parola Maria Rita Speciale (presidente FIDAPA – Sezione di Calascibetta), per poi passare la mano a Fenisia Mirabella (Presidente dell’Associazione “Amici della Festa del Libro – Il sasso nello stagno”), la quale ha ricordato come questo sia il primo evento dell’anno organizzato dagli Amici della Festa del Libro, che sarà seguìto, fra un mese, dalla Festa vera e propria e da successivi eventi culturali.
Cuore dell’evento il dialogo denso e coinvolgente fra Serena Raffiotta (archeologa) e l’autrice catanese, che hanno saputo conquistare l’interesse del pubblico intervenuto. “Il peso dell’oro” è il terzo di una trilogia di romanzi (preceduto da “La ladra di ricordi” e “Il terzo relitto”) che vede protagonista Isabella De Clio, archeologa siciliana appassionata, agguerrita, impegnata nelle sue ricerche e che si ritrova a dover avere a che fare con la risoluzione di situazioni complesse e crimini: in una commistione di piani temporali fra passato e presente, Isabella si troverà, stavolta, di fronte all’enigma della corona d’oro di Archimede, il genio siracusano del III sec. a. C., un palinsesto medievale e due morti sospette (ndr.: un palinsesto è un manoscritto antico, di solito su pergamena, il cui testo originario è stato cancellato mediante lavaggio o raschiatura e sostituito con un altro).
Fra brani del romanzo letti con maestria e trasporto dall’attrice Elisa Di Dio (come il dialogo fra Archimede e Ierone) e le domande poste alla Bellomo, differenti sono state anche le tematiche affrontate: fra le altre, l’eventuale intento di educare il lettore alla storia antica, il traffico illecito dei reperti archeologici e la presentazione che nel libro si fa del territorio, vetrina promozionale della Sicilia. Sono state, inoltre, citate le parole di apprezzamento per l’opera da parte della scrittrice Alessia Gazzola e dello scrittore Glenn Cooper, motivo di orgoglio e vanto per l’autrice. Per tutti gli appassionati di gialli e di romanzi storici, beh, questa non può che essere una lettura consigliata.
Sinossi: Per la giovane archeologa siciliana Isabella De Clio il lavoro è sempre stato tutto. Ma adesso sta cominciando a non bastarle più. La solitudine può diventare pesante, soprattutto se non si riesce a scordare chi un giorno ti ha rubato il cuore. Per fortuna un nuovo mistero è pronto a farle dimenticare la sua situazione sentimentale: una recente scoperta di papiri attribuibili ad Archimede, rinvenuti durante degli scavi, la spinge ad avvicinarsi all’importante codex rescriptus di età medievale, ritenuto per molto tempo solo un libro di preghiere che nasconde però molte sorprese… Isabella si troverà così a dover districare un intreccio che interseca passato e presente: da un lato il famoso scienziato impegnato alla difesa di Siracusa sotto l’assedio dei Romani, guidati dal console Claudio Marcello, dall’altro un tesoro dal valore inestimabile, morti misteriose e intrighi molto più grandi di lei. Sarà proprio grazie a questa nuova, azzardata, indagine, però, che Isabella scoprirà di non essere poi sola come credeva… Dopo “La ladra di ricordi” e “II terzo relitto”, Barbara Bellomo torna con un frizzante mix di presente e storia antica in un romanzo carico di emozioni e avventura, ambientato in una radiosa Sicilia (Salani).
L’autrice: Barbara Bellomo, laureata in Lettere, dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Storia Antica ha lavorato presso la cattedra di Storia Romana dell’Università di Catania. Attualmente è insegnante in una scuola superiore
Liboria Cammarata
A seguire intervista all’autrice