Avvista chi finalmente scopre quanto aveva cercato con pazienza e attenzione, impiegando volontà e forse anche fatica. Avvista la terra il marinaio dopo il tempo trascorso a scrutare l’orizzonte, ad esempio. Avvistare solleva l’animo e dà significato alle energie impiegate. Si avvista da lontano con la speranza che l’obiettivo si avvicini: l’importante è essere certi che la rotta sia ormai tracciata.
Cosa potremo avvistare, navigando attraverso queste pagine?
Due gli orizzonti entro i quali viaggeremo: le storie di persone che vivono la loro disabilità, promettendo rispetto e gentilezza nella narrazione, e uno spazio per riflettere sulle fragilità che attanagliano il nostro territorio, prima fra tutte la povertà.
E cosa dobbiamo aspettarci di scoprire? Nuovi modi di porsi di fronte alla condizione di diversità, ad esempio. O una luce, anche piccola, che possa farci capire come le ferite della disabilità possano anche apparire meno dolorose. Ma anche modelli di economia che fanno dei poveri, e non del profitto, il loro obiettivo.
Quando avvisteremo qualcosa, allora forse ci ritroveremo con qualche risorsa in più per andare avanti, potendo nutrire la speranza di un “qui e domani” migliore. Ma la speranza è un fatto concreto e va costruita con un paziente, umile e amorevole lavoro, così come fanno i bravi carpentieri che, con strumenti semplici come legno, chiodi e martello, creano le condizioni perché anche le più grandi costruzioni possano prendere forma.
E’ una rubrica dedicata all’avvistatore che c’è in ogni uomo di buona volontà, che sa che da qualche parte possano esserci risposte nuove a domande antiche, doni da accogliere e da condividere, idee da realizzare, strade da ripulire, condizioni da migliorare.
Chiodi, legni e martello ce li abbiamo già. Ma se così non fosse, ce li procuriamo subito subito.
Grazie a chiunque vorrà impiegare un po’ del suo tempo per leggere e a presto per il primo avvistamento.
Marco Milazzo
