Partite pregresse si, partite pregresse no? On. Lantieri: “Che se ne faccia carico la Regione”
La telenovela continua e purtroppo continuerà ancora. Di certo non basta, sic e simpliciter, la recente pronuncia della Corte di Cassazione che ha sancito che le tanto vituperate partite pregresse non devono essere addebitate nella bollettazione per il pagamento del canone acqua; gli strascichi continueranno. Da una parte giocano oltre 20 milioni di euro dall’altra la stanchezza e la consapevolezza dei consumatori che questo balzello non sia da pagare. AcquaEnna risponde che va pagato, eccome, sottolineando che le partite sono legittime; Associazioni di consumatori e utenti non ne vogliono sentire parlare e sbandierano l’illegittimità delle stesse. I Comuni invece continuano nella parte delle tre scimiette: non sento, non parlo, non vedo. Stringi stringi l’ipotesi più concreta pare proprio che la cavalchi Massimo Greco, cultore di diritto amministrativo e ormai profondo conoscitore della complessa vicenda. Il nocciolo del problema sembra risiedere nel fatto se le partite pregresse devono essere pagate dal singolo utente, come accade oggi, o vanno addebitate in capo ai soci dell’Ati, cioè i Comuni. Certo caricarle in bolletta è il modo più semplice e immediato per intascare mentre aprire un contenzioso con l’Ati o con i Comuni è più lungo e più capzioso. Intanto dopo la sentenza della Corte di Cassazione due sindaci, Maria Greco Agira e Maurizio Dipietro Enna, si sono premurati a chiedere al presidente dell’Ati Nino Cammarata, sindaco di Piazza Armerina, di prendere posizione e procedere con la sospensione delle partire pregresse. Tutto questo marasma porta con sé solo una certezza, la vicenda non verrà conclusa a breve e i poveri utenti continueranno a dover pagare quanto scritto in bolletta. Senza considerare che se conclamata l’illegittimità, con ogni probabilità, sostanziosi pagamenti relativi agli anni più lontani non potranno essere rimborsati in forza alla prescrizione. Una tipica storia italiana dove non è mai chiaro e lampante chi ha davvero ragione e chi no. Sottigliezze e interpretazioni più o meno ardite della norma hanno il sopravvento. Per trovare una soluzione e dare un tempestivo sollievo alle tasche degli utenti il deputato regionale di Fi Luisa Lantieri ha pensato di attivare una via alternativa: “Ho già consumato dei passaggi informali per richiedere alla Regione che si faccia carico delle partite pregresse di AcquaEnna”. Non è la richiesta di un privilegio o di una gentile concessione: “Sto chiedendo gli stessi provvedimenti che la Regione ha già varato per la provincia di Agrigento”. I tempi per l’attivazione della richiesta? “Sicuramente non lunghi. Come detto ho già esperito numerosi passaggi informali e appena l’Ars rientrerà in piena attività, e quindi nelle prossime settimane, investirò formalmente del problema la commissione Territorio e ambiente che per la verità se n’è già occupata e poi – conclude la Lantieri – passerò l’argomento alla conferenza dei capigruppo”. Un modo per affrontare la questione nella concretezza sollevando l’utente dall’esborso e lasciando il tempo ad avvocati e giuristi di dirimere, una volta per tutte, la problematica.
Paolo Di Marco