Politica

Orgoglio e autodeterminazione: il Pride non si governa

A poco più di un mese dalla seconda edizione del Pride di Enna, la città si ritrova al centro di un dibattito acceso. Dopo l’entusiasmo del primo Pride dello scorso anno, che aveva segnato un momento storico di visibilità e partecipazione, il percorso verso il nuovo appuntamento è segnato da polemiche, accuse di esclusione e contrasti tra associazioni. Il collettivo Altrasponda, nato proprio in occasione del primo Pride e oggi promotore dell’edizione 2025, si è trovato al centro delle critiche, accusato da alcune realtà di non essere sufficientemente inclusivo.

Nei giorni scorsi sei associazioni, tra cui ARCI, ANPI Enna, UISP Enna, Koinè A.P.S., la Federazione degli Studenti e Bedda Radio, hanno annunciato il proprio disimpegno dall’organizzazione, in un comunicato che ha inevitabilmente acceso il confronto pubblico. Sullo sfondo, oltre alle divergenze operative e di visione, aleggia anche la questione della rappresentanza politica, con alcuni che vedono nella rottura una frattura tra visioni diverse della sinistra locale e del suo ruolo all’interno dei movimenti.

È in questo contesto che pubblichiamo la lettera di Carmelo Albanese, storico esponente della sinistra ennese. Con uno stile schietto e personale, Albanese rivendica l’autonomia del Pride come spazio di autodeterminazione e lotta della comunità LGBTQ+, rifiutando ogni tentativo di controllo da parte di sigle o appartenenze esterne. La sua voce, ronica, radicale, ma profondamente politica è un invito a ripensare il senso del Pride e a riflettere su chi ne è davvero protagonista. Perché il Pride, come ci ricorda Albanese, nasce e continua ad esistere come atto di liberazione, non come spartizione.

LETTERA APERTA AL PD MULTIVERSO DELLA MIA CITTA’ DI ORIGINE

Sono stato tra gli organizzatori dello spezzone delle e dei giovani comuniste e comunisti al primo Pride nazionale, quello di Roma del 16 giugno 2007. Sulla schiena avevo una m*****a gigante disegnata col rossetto da una compagna, e di tanto in tanto mi trastullavo su un pinguino gonfiabile che stava tra noi, ma non è questo il punto.

Il nostro camion era il 39esimo di una fila di mezzi: davanti stava quello del partito Radicale con Marco Pannella e dietro, se ricordo bene, quello della Sinistra giovanile. Eravamo ospiti di una iniziativa nella quale altre e altri erano le e i protagoniste/i, e a noi come agli altri era stato “concesso” solo di esserci per affermare il sostegno alla causa.

Sono passati tanti anni, e grazie alla forza, alla tenacia ed alla coerenza del movimento GBLTQ+ oggi, diversamente da allora, i Pride sono diventati momenti di gioia e di festa collettiva, quasi ovunque addirittura patrocinati dalle amministrazioni locali. Ciò nonostante, non è cambiato, ahinoi, il mondo. Per questo i Pride continuano ad essere manifestazioni di lotta e di affermazione di una comunità che si autorganizza e si autodetermina. Così è a Roma come a Milano, a Palermo come a Torino, a Canicattì come a Busto Arsizio.

Comprendo che lì, nella landa che abitate, possiate credere – ancora – che tutto si debba svolgere secondo lo schema classico per cui “non possa muoversi foglia che Mirello non voglia”. Ma sta cosa è finita da mo’, non c’è più, non ci siete più. Il Pride, ovunque e da sempre, se lo organizza la comunità oppressa, violata, esclusa; gli altri, se lo vogliono, appoggiano, solidarizzano e offrono le proprie strutture al fine di una migliore riuscita dell’iniziativa. Punto.

L’ORGOGLIO è gay, bisessuale, lesbico, transgender, queer e di tutte e tutti quelle e quelli che sentono il peso di un’ingiustizia, non delle sigle che per statuto si occupano normalmente d’altro, men che meno di quelle che si fregiano di aver fatto giungere miliardi di euro a delle celebrazioni religiose, aventi per giunta come massimi celebranti preti e vescovi sotto processo per falsa testimonianza in cause di violenza sessuale.

Carmelo Albanese, storico esponente della sinistra ennese

Mostra altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
error: Contenuto Protetto!
Close
Close