Non ci sono sacerdoti locali e forestieri. La Chiesa è una soltanto. Lettera aperta di una cittadina
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta contenente alcune riflessioni sulla situazione attuale che stiamo vivendo.
Gentilissimo Direttore, mi permetto di scriverLe e di rivolgermi anche ai lettori per esternare alcune riflessioni circa il processo di abbrutimento che, a mio avviso, sta interessando ultimamente la nostra città.
Mi riferisco soprattutto allo smarrimento vissuto da quanti, come me, cattolici e credenti, vivono a causa di una serie di accadimenti che poco hanno a che fare con la fede autentica. A questi si aggiungono commenti e conclusioni gratuite da parte per lo più di persone che giudicano fatti, persone e contesti di cui sono assolutamente all’oscuro. Veri e propri saccenti che in realtà poco si curano delle sensibilità altrui.
Da cattolica (imperfetta, il Perfetto è solo uno…) mi sento di poter affermare che la Chiesa è una, Santa, cattolica e apostolica, che non ci sono sacerdoti “locali” e sacerdoti “forestieri”. Dovremmo invece essere grati ai giovani sacerdoti che si adoperano per le nostre comunità in una città così poco accogliente e povera di vocazioni; i sacerdoti volenterosi sono un dono per tutti e andrebbero incoraggiati.
Il detto “si è sempre fatto così” ancorato a usi e costumi qualche volta (purtroppo) semplicemente legati ad una religiosità da “processione” non giustifica attacchi gratuiti e critiche distruttive. E’ necessario ricostruire la serenità nella nostra comunità cittadina ripartendo dal concetto di umanità e di prossimità, affidandoci alla guida dello Spirito Santo che è cambiamento ed evoluzione. Allora ben venga la novità in questa comunità assopita che a volte sembra vivere solo nel passato.
Maria Rosaria Macaluso