Attualità

L’odiessea di una famiglia ennese con un figlio positivo al rientro delle vacanze

Una odissea per rientrare in Sicilia da Verona, dopo avere trascorso una vacanza in Trentino. Protagonista la famiglia di un imprenditore di Enna che assieme alla moglie, ai tre figli, alla mamma e alla sorella, al check in all’aeroporto, scoprono che uno dei figli è positivo al covid. “ Intanto – dice l’imprenditore – ci hanno fatto pagare i tamponi salivari per i bambini 35 euro e 130 euro quello molecolare. Alle mie proteste, mi è stato detto che erano una ditta privata e, dunque, i prezzi erano quelli”. L’imprenditore racconta che sono stati lasciati quasi 4 ore sul marciapiede antistante l’imbarco, dato che non era prevista una zona dove sostare, prima di essere trasportati con un’ambulanza, al costo di 60 euro per pochi chilometri, al covid hotel. “E’ stata un’impresa recuperare mia figlia di 10 anni, che aveva già passato i controlli assieme a mia madre e mia sorella – dice – Loro due potevano partire, la bambina, che faceva parte del mio nucleo familiare, no. Ma nessuno voleva assumersi la responsabilità di riportare indietro, fuori dall’aeroporto mia figlia. Grazie ad un poliziotto mia figlia, che ha appena 10 anni, ci ha raggiunti, in lacrime. Quando siamo arrivati all’hotel non volevamo credere ai nostri occhi. Un luogo da terzo mondo  – dice  – Certamente l’albergo, fino a qualche tempo, fa veniva utilizzato per ospitare gli immigrati e ne porta tutti i segni. Saremmo dovuti restare, confinati in questo posto assurdo, dieci giorni”. Ma il culmine arriva quando all’uomo viene comunicato il costo del “soggiorno”, quasi 500 euro a giorno, solo per dormire. “Mi sono fatto due conti: per rimanere in quello schifo ci volevano, tra vitto e alloggio almeno 6 mila euro. Mi è scappata la pazienza e ho chiesto di parlare immediatamente con il direttore dell’Usca. Io e la mia famiglia non saremmo rimasti un minuto in più”. Dopo una serie di trattative l’imprenditore è riuscito , assumendosene la responsabilità, ad ottenere la liberazione con l’impegno di prendere a noleggio una macchina e arrivare in Sicilia senza mai scendere dall’autovettura. “Nel frattempo si erano fatte le nove di sera. Abbiamo atteso l’alba per partire. Ho guidato per 12 ore una macchina il cui noleggio mi è costato appena 700 euro. Mi chiedo: ma chi tutti questi soldi non ce li ha, che fa?”

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1 Commento

  1. Trovo scandaloso che una famiglia sia stata presa in ostaggio, semplicemente perché un bambino è stato contagiato durante queste feste. le autorità italiane devono sanzionare i protagonisti di questa avventura (equipaggio di volo responsabile del rifiuto di accompagnare un bambino, albergatore sciacallaggio.

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