L’ennese Roberta Truscia ha scritto una poesia per ricordare Vanessa Scialfa e dire no al femminicidio
Per Vanessa
Di tutto il male scelgo quello inevitabile,
quello del “calati juncu chi passa a china”,
in cui la piena deve passare e tu
ti pieghi per non spezzarti.
Quello evitabile ha il colore del gesso,
dello zolfo, delle sterpaglie, del cavalcavia
nella statale 117 vicino Pasquasia,
e del bianco del lenzuolo con il corpo di lei dentro;
ha il suono del pentimento ad azione compiuta,
e la maschera d’amore che si porta dietro.
Anche l’amore ha diverse forme.
Di tutto l’amore io scelgo quello dell’omnia vincit,
quello che muove il sole e le altre stelle,
che toglie il fiato, ma solo metaforicamente.
Perché quello che toglie il fiato, il sole e le stelle
ed ha il colore del gesso, delle sterpaglie,
del bianco del lenzuolo che trema
mentre cade, quello non è
non può essere
amore.
Una poesia per Vanessa per dire no al femminicidio e ricordare la giovane vita spezzata di una ragazza. L’ha scritta l’ennese Roberta Truscia. La poesia è la sua passione. A dicembre dell’anno scorso ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Ogni caso”. Ho studiato lingue e letterature all’università Ca’ Foscari di Venezia, a Madrid e a Siviglia.
Roberta cosa ti ha spinto a scrivere una poesia per Vanessa ?
“Quando ho sentito della morte di Lorena Quaranta per mano del proprio fidanzato durante questa quarantena, mi è venuta in mente Vanessa. Ho voluto parlare di lei in una poesia perché una tragedia come questa non va dimenticata sia per rispetto alla vittima sia per ricordare che bisogna lavorare ancora duramente per trovare una soluzione a quella che è una piaga enorme della nostra società, il femminicidio”.