LA VERTICALE SICULA
Il TAV o la TAV, realizzarla o no. Un argomento, un dilemma, un dualismo che ha occupato ogni spazio mediatico. Che ha annullato ogni altro dibattito. E allora si sente l’esigenza di un riequilibrio. La richiesta di attenzione in Sicilia, di fronte ad una programmazione sbilanciata verso il nord, segnala la Agrigento Caltanissetta, la Gela Siracusa, la Palermo Agrigento (un collegamento per buona parte più ideale che reale, indecoroso. Per lunghi tratti uno stop and go continuo.) la Catania Ragusa. Strade fondamentali per ridurre un gap terribile.
Per avvicinarsi alla normalità. Serve altro? Si, c’è anche la nord sud . La strada dei due mari che dovrebbe collegare Gela a Santo Stefano di Camastra e che mantiene un enorme buco centrale. Percorrere le strade alternative attuali è pressoché una caccia al tesoro. Ci sarebbe anche. Perché può darsi che a chi vive al di là della linea gotica la nord sud Insinui più di un dubbio, sembri una disambiguazione.
Che dovrebbe collegare? Palermo a Torino? Catania a Milano? Che sia un mascheramento del ponte di Messina? Una TAV del sud? E che costi bisognerebbe sostenere? Che sia questo a frenare? A tenerla nel dimenticatoio? Forse e’ bene cambiarne il nome. Un acronimo? Ge-Sa? No. Così sembra più una ditta da materiale di costruzione. La Gela, Erei/Nebrodi, mare? La pianura -montagna -mare ? Entrambe troppo lunghe.
Proporrei la verticale sicula. Vediamo se, con una identificazione geografica più esplicita, possa avere migliore fortuna, diventi una priorità. Possa essere realizzata tutta, da un capo all’altro. Senza buco al centro.
Mario Rizzo