LA CURVA DEL CAMBIAMENTO DEL TEMPO
In estate no. Ma in inverno la domanda mattutina in chi vive nella parte alta della città è frequente. “Quella di stamane è’ una nebbia totalmente avvolgente? Che scende giù? Che è soltanto impigliata negli spuntoni dell’altopiano? Che galleggia a mezza montagna?” The answer in blowin’ in the wind.
Ma se, a dirla come Sandro Ciotti, la ventilazione è inapprezzabile, allora bisogna scendere a valle nella città bassa per averne contezza. Per capire se il muro bianco, la coltre di ovatta che ci avvolge sia impenetrabile anche giù. Percorso indicato la monte cantina, la strada che costeggia la montagna, che prospetta a valle.
Dopo qualche sinuosità della strada si arriva ad una curva che permette non di avere necessariamente la visione della nebbia dissolta, ma certamente un’ idea chiara se ad essere nebbiosa sia anche la città nuova. Una curva che è come una cartina al tornasole. Alla lettera. La curva dove la nebbia, se è solo poggiata su Enna alta, svanisce.
Allora la sensazione sarà come di prepararsi ad un atterraggio, quando il muso dell’aereo si avvicina alla terra dopo aver bucato le nuvole. In questo caso saremo illuminati improvvisamente dal sole che ravviva i colori dei palazzi della città bassa.
Ma se lì, in quella curva, non si apre alcun varco, se la nebbia va oltre, allora la previsione del prosieguo della giornata si indirizzerà in un senso preciso. Una curva che ha la dignità di una stazione meteorologica rudimentale. Meriterebbe un cartello di conoscenza. Ovviamente giallo antinebbia.“La curva del cambiamento del tempo. Qui o niente.” .
Mario Rizzo