La città cambia verso
Lo dico e lo scrivo spesso. Fare di necessità virtù. E di volta in volta il riferimento è più o meno appropriato. Ma stavolta l’esempio evocativo mi sembra perfettamente calzante. Da due giorni è stato chiuso il centro storico per il rifacimento della pavimentazione. Uno svantaggio apparente, ma indifferibile.
Per un po’ ci sarà un’isola pedonale forzata. Una necessità e l’invito è di farne virtù. Da subito. E allora, sarà l’impatto con un’altra prospettiva della città o una predisposizione dell’animo, ma l’inversione del senso di marcia mi da’ la sensazione di una città più intrigante, più fascinosa.
A partire dall’inizio del percorso all’incontrario, con l’impatto con lo zoccolo di roccia su cui è edificata la chiesa di San Francesco e, subito a seguire, uno sguardo obliquo sulla piazza principale che si svela d’emblée. E che d’infilata sembra più grande, più invitante.
Si continua a salire con la sensazione di una città che sembra voglia svelarsi a poco a poco. Ed ecco la facciata neoclassica del teatro che si presenta in una prospettiva che esclude i volumi eccessivi che nella visione contrapposta la schiacciano. Ma la frenesia della novità spinge ancora su. Anche la piazza prefettura sembra con una luce diversa che esalta il suo stile razionalista.
Posteggio? Sarà stato un caso fortunato, ma è stato immediato. E allora giù a godere dell’isola pedonale. Poche persone? Forse meno del previsto. Ma lo stesso numero, nello stesso spazio con le macchine che l’attraversano da’ la sensazione della desolazione, senza macchine di una vivibilità a misura d’uomo. Un invito a goderne. A rifrequentarlo. A rianimarlo. A ridare vita ai luoghi della socialità cittadina. E se a pavimentazione ultimata, mutando il dovuto (inversione in via Candrilli?), si rimanesse così?
Mario Rizzo