Ieri grande festa nella Chiesa di Sant’Anna, 250 ragazzi del Rinnovamento nello spirito riuniti per il loro tradizionale incontro regionale di preparazione al Capodanno. Per l’evento registrata anche la partecipazione di giovani esterni al movimento. La catechesi è stata curata da Don Luigi Maria Epicoco, sacerdote dell’Aquila, scrittore di libri di carattere filosofico e teologico, professore di filosofia alla Pontificia Università Lateranense.
Raduno organizzato in collaborazione con la pastorale giovanile della Diocesi, guidata da Don Filippo Celona. Sentita e partecipata la celebrazione del vescovo monsignor Rosario Gisana, che ha esortato i ragazzi ad essere fermento vivo della Chiesa. Ha ascoltato con attenzione le loro parole e testimonianze e, con il suo essere amorevole e determinato, li ha incitati verso un atteggiamento di non arrendevolezza.
L’incontro è iniziato la sera precedente presso l’hotel Federico II. I ragazzi hanno avuto un primo momento di catechesi iniziale in logo ed il secondo nella Chiesa di Sant’Anna. Ad accoglierli il parroco Don Giuseppe Fausciana, promotore del movimento del Rinnovamento nello Spirito in parrocchia.
Chitarre e danze hanno dato inizio alla preghiera carismatica, a seguire l’effusione dello spirito su Don Luigi Maria Epicoco.
Tema centrale della catechesi il sogno e la capacità di vivere il presente. Don Luigi Maria Epicoco presenta come interviene l’azione dello Spirito contrastando l’opera del male. Quest’ultimo spinge l’uomo all’alienazione, attraverso quelle che lui definisce due grandi strategie, l’immobilizzazione nel passato, nella nostalgia e schiavitù di ciò che è stato o nella chiusura di un futuro che non esiste ancora, che riguarda il domani. L’azione dello Spirito è proprio quella di far sperimentare una libertà che si manifesta nel presente. “Il tempo di Dio è sempre qui, noi dobbiamo farci santi adesso, con quello che c’è ora nella nostra vita”.
Il camminare ha un’orizzonte nel quale interviene quindi il sogno, non come fonte d’immaginazione o di evasione, ma con il suo profondo valore teologico. E’ un elemento attraverso il quale non si è più prigionieri del sistema della rassegnazione. Don Luigi delucida come nel sogno entra in gioco un qualcosa che va al di là dei ragionamenti, che spezza logiche mortifere. Inserisce un imprevisto, una variabile, una chiave di lettura che non viene da noi, che dà un nuovo significato alla nostra storia. Una vita senza sogno è una vita condannata alla ripetitività.
Inoltre il sacerdote mette in evidenza come lo stesso male si presenta nella ripetitività, sempre con le medesime lusinghe, tentazioni, seduzioni. Il male è prevedibile, lo spirito di Dio invece non si riesce a calcolare “il vento soffia dove vuole e ne senti la voce” (Gv 3,1-8). E’ la buona notizia, il vangelo stesso è la testimonianza di una realtà incredibile che stravolge una storia che vive di ripetitività.
Qual’è l’origine dei sogni? I sogni nascono da dei desideri profondi che ci portiamo nel cuore, sui quali noi costruiamo un immaginario e quando questo non coincide con la sua realizzazione subentra la delusione. Don Luigi, rivolgendosi ai ragazzi “sai qual’è il tuo sogno? Riesci a capire qual’è? Ciascuno ha un sogno innato, un’impronta digitale che ci caratterizza e ci distingue, che ci rende unici,che ci guida in tutto”. Ciascuno nasce con una vocazione, che sperimenta come desiderio a fondo del suo cuore. Invita i ragazzi ad accettare il sogno che Dio sta compiendo nella vita, di fidarsi di Colui che li ama, nonostante spesso il sogno appare offuscato e confuso. L’agire del Signore è un passo alla volta, in una maniera completamente inedita.
Inseguire il proprio sogno è la chiave per la felicità. Quando la Chiesa invita a diventare Santi non invita a diventare più buoni, la santità a cui siamo chiamati è la felicità. “Perché solo le persone felici cambiano il mondo, una persona è veramente felice quando si lascia raggiungere dallo stato di grazia dello Spirito” conclude con queste bellissime parole la catechesi il sacerdote.
Non si può vivere senza sogni e non si può vivere una vita spirituale se non si ha la capacità di sognare. Nessuno di noi può credere nel vangelo se non crede a quell’imprevisto che cambia la storia, che cambia la vita delle persone. La santità è l’impegno a prendere sul serio la propria unicità.