“Uno degli “strumenti” utilizzati dal “sistema di potere” era l’antimafia, utilizzata come un modo per dire: “Chi critica è amico dei mafiosi”. “Un’antimafia da padroni piuttosto che antimafia sociale”. Lo ha detto il presidente della commissio
ne Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, intervenuto al dibattito, organizzato al Teatro Garibaldi – dalle associazioni Anpi, Cgil, Cisl, Uil, Libera Enna, Koiné, Federazione degli Studenti Enna, Giosef Enna, Legambiente, Kampus, Progetto Treseizero, UISP, Il Solco, Croce Rossa Italiana, Mondo Operaio, Agesci, Avis, Terramatta, ANPAS Sicilia, Amici Festa del Libro, Bedda Radio, Centro Atlantis, Ente Corpo Volontari Protezione Civile – sul cosiddetto Sistema Montante. Un dibattito coordinato dal giornalista Josè Trovato, a cui hanno partecipato l’ultimo presidente di Confindustria Enna Nino Grippaldi, l’avvocato catanese, docente ed ex parlamentare regionale Adriana Laudani e il professore ennese Renzo Pintus; dopo i saluti del vicesindaco Ilaria Marazzotta e l’introduzione del presidente dell’associazione Koinè Lillo Colaleo, segretario provinciale di Articolo Uno.
“Siamo di fronte – ha aggiunto Fava – a un sistema che non riguarda solo Montante, un sistema a cui tanti hanno dato benevolenza e complicità. Un sistema che è stato protetto e questa protezione ha attraversato tutti i livelli istituzionali, fino ai punti più apicali”. Dal canto suo, il professore Pintus ha posto l’indice, tra l’altro, sul ruolo essenziale avuto dall’Anpi nella storia di questo Paese; l’avvocato Laudani, presidente dell’associazione Memoria e Futuro, ha parlato di “sistema” e non di “caso” Montante, facendo notare che sarebbe riduttivo definirlo un caso. E l’avvocato Grippaldi, una delle parti civili al processo a carico, tra gli altri, di Antonello Montante (che, va ricordato, è ancora in corso, essendosi definito solamente in primo grado), ha raccontato il caso della discarica che sarebbe dovuta sorgere a Enna, elemento della discordia tra lui e gli allora vertici della Confindustria; quando Grippaldi, assieme all’intera classe politica ennese (una protesta capeggiata, tra gli altri, anche dall’ex parlamentare Vladimiro Crisafulli, che ha seguito quasi tutto il dibattito al Teatro Garibaldi seduto in prima fila), intervenne al fianco dei lavoratori della filiera agricola, per scongiurare un impianto, progettato da un imprenditore siciliano, che avrebbe rischiato di trasformare i granai della Valle del Dittaino in una delle pattumiere d’Europa. Un intervento che provocò uno scontro tra lui e quei vertici di Confindustria. Dal canto suo, il moderatore Josè Trovato ha posto l’indice anche sul rapporto tra informazione e sistema Montante. “Ho l’onore di appartenere a una categoria che, lo sa bene l’onorevole Fava, in determinati momenti della storia di questo Paese ha pagato un prezzo altissimo per l’affermazione degli ideali di democrazia e di libertà – ha detto Trovato -. Una categoria che sa trovare all’interno di sé gli anticorpi per affrontare l’eventuale coinvolgimento, comunque non da indagati, di giornalisti. Il nostro consiglio territoriale di disciplina infatti è già intervenuto in tal senso”.