“Il policlinico deve farsi ad Enna, ma invito il sindaco di Caltanissetta ad un’alleanza che porti benefici ad entrambe le città”. Parla il sindaco
Intervengo nel dibattito al quale assistiamo da qualche giorno adesso che il quadro si è meglio chiarito, essendo per natura e per rispetto del ruolo un po’ refrattario alla logica del parlare prima di conoscere i fatti, magari solo per conquistare un trafiletto da qualche parte. Ho, infatti, voluto comprendere meglio la portata della convenzione tra la Regione e la Kore, già declassificata dal rappresentante nisseno del partito dell’assessore regionale ad una sorta di lasciapassare degli studenti universitari dentro l’Ospedale, tanto più in tempi di elezioni imminenti. Ritengo che la questione del Policlinico conteso tra Enna e Caltanissetta sia una falsa questione generata in un contesto anacronistico. Parto dal contesto anacronistico: in un momento storico in cui osserviamo sgomenti bombe cadere su città ucraine che sentiamo nostre, in cui piangiamo vittime lontane che avvertiamo vicinissime, in cui il pericolo di perdere libertà consolidate ha percorso in un baleno migliaia di chilometri per arrivare sino a noi, dunque in un contesto in cui abbiamo finalmente capito che solo una organizzazione sovranazionale che si chiama Europa ha garantito e può garantire la pace e la civile convivenza tra i popoli, Caltanissetta ha scatenato un’offensiva su Enna prima con l’emodinamica ed ora con il Policlinico. Il Sindaco di Caltanissetta, che stimo, sa bene quanto io consideri fondamentale un’alleanza (per usare termini bellici) anzicchè un conflitto tra le due città e più in generale all’interno di quella zona geografica che è l’area centrale della Sicilia, fatta di tradizioni comuni e di prospettive di sviluppo necessariamente congiunte. Basterebbe osservare i finanziamenti di cui sono state beneficiate, nell’ultimo decennio, le aree metropolitane e compararli con quelli (non) riservati alle aree interne dell’Isola per comprendere quale dovrebbe essere la prospettiva entro la quale Enna e Caltanissetta devono muoversi per evitare che le diseguaglianze di reddito e di opportunità anche all’interno della Regione crescano in danno della nostra collettività in luogo di diminuire. Invero, qualcosa negli ultimi anni è stato fatto ed i finanziamenti di Agenda Urbana ne sono il frutto e confermano che la strada da seguire è quella della collaborazione in una visione comune di crescita sociale ed economica. Di quella strada l’Università Kore può essere un pezzo importante ed il tema però non è dove fare il Policlinico, ed in questo la questione mi pare una falsa questione, perché il Policlinico non può che farsi, intanto, dove l’Università è nata ed ha sede: cioè ad Enna. Enna ha tutte le strutture, anche logistiche per ospitare un Policlinico, a partire dai locali del nuovo Ospedale cittadino, seguitando con quelli del vecchio Ospedale in gran parte inutilizzato e non escludendo neanche la struttura dell’ex CISS che non trova ancora adeguato utilizzo. La crescita della Facoltà di Medicina non mancherà poi di offrire anche a territori più ampi di quello cittadino opportunità che possono essere date da quella logica di “Policlinico diffuso” che lo stesso Assessore Razza ha indicato nella giornata di ieri. In quest’ottica concordo sull’opportunità di allargare il ragionamento attraverso la convocazione, congiuntamente con il Sindaco di Caltanissetta, di una riunione di tutti i Sindaci delle due ex provincie e di tutti quei comuni che si riconoscono all’interno dei confini geografici del centro Sicilia, per elaborare insieme a tutti gli altri attori sociali un ambizioso progetto di sviluppo delle nostre comunità che sappia cogliere la straordinaria opportunità delle risorse del PNRR in una logica, non di contrapposizione, ma unitaria e solidaristica di quelle piccole comunità che, magari per esiguità di risorse professionali e materiali, rischiano di rimanere escluse dal flusso economico che l’Europa ci ha messo a disposizione.