IL MURO BIANCO DI ENNA
Una volta c’era la sciolina e forse c’è ancora per aumentare la possibilità degli sci di scivolare sulla neve. Servirebbe qualcosa di simile per dissolvere la nebbia, per disancorarla dall’altopiano ennese. Per farla andar via quando esagera. Quando diventa una stanziale cappa invadente. Quando annulla l’iniziale campo di introspezione per entrare in quello dell’oppressione. Quando determina un isolamento visivo che con il passare dei giorni diventa insofferenza. Quando emergono voglia e necessità di scendere di quota, talora neanche tanto, per vedere i contorni di strade e case. Conta poco che “era da tempo che non si vedeva una nebbia del genere”. Nessuna rassicurazione che abbia saldato il conto per quest’annata. Non cambia nulla modificare il problema in nuvole basse, come si dice a mo’ di giustificazione con chi viene da fuori. Sì, è soffice, non è irrespirabile, ma è solo una consolazione. I writers dicono, anzi scrivono che i muri bianchi non fanno pensare. Il problema del muro bianco di nebbia non è la paralisi del pensiero, ma il rallentamento dell’azione.
Mario Rizzo