Attualità

I pascoli della mafia nei boschi di Troina: il sindaco scrive a Mattarella

Fabio Venezia chiede l'intervento del Presidente della repubblica. Solidarietà dei sindaci di Enna e Nicosia

Il sindaco di Troina, Fabio Venezia, in questi giorni ha indirizzato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con una nuova denuncia, circa gli affari illeciti della mafia nel Parco dei Nebrodi. Da quando è stato eletto, Fabio Venezia non si è fermato un attimo per portare avanti il suo impegno antimafia, al fine di riportare la legalità nel territorio del proprio comune. Da quattro anni, infatti, vive sotto scorta, dopo avere ricevuto minacce e intimidazioni per le denunce e le azioni volte ad arginare il fenomeno mafioso. Il sindaco stesso ricorda le sue attività nella nota inviata a Mattrella:

più volte ho denunciato, con forza e convinzione, gli affari illeciti della mafia, annullando gared’appalto, licenziando dipendenti che non hanno fatto il proprio dovere, accompagnando imprenditori a denunciare e sottraendo migliaia di ettari di terreni demaniali dalla gestione di famiglie contigue alla criminalità organizzata. Per anni hanno, infatti, lucrato indisturbate ottenendo ingenti fondi europei destinati all’agricoltura“.

Tuttavia, nonostante le battaglie portate a termine con conseguenti arresti e confische, sembra che la mafia continui ad opprimere le campagne e i boschi del comune di Troina, generando la dura reazione del primo cittadino, che da tempo auspicava una svolta e un riscatto. Scrive, infatti, Fabio Venezia:

La recente assegnazione di un lotto di terreni demaniali sottratti a seguito di interdittiva antimafia ad una cooperativa di giovani del luogo aveva creato nei mesi scorsi un certo entusiasmo […]. Entusiasmo che è subito scemato nei giorni scorsi, quando abbiamo scoperto, informando immediatamente l’autorità giudiziaria, che alcuni dei soggetti raggiunti da interdittiva prefettizia antimafia continuano a far pascolare senza alcun titolo i propri armenti nei boschi di proprietà del Comune di Troinae gestiti dall’Azienda silvo-pastorale. Sono gli stessi metodi delle ‘ndrine calabresi, che esercitano l’oppressione mafiosa nel loro territorio facendo pascolare indisturbate le loro “vacche sacre” nei terreni della povera gente. Tali incresciosi fatti non solo rischiano di vanificare gli esiti della battaglia di legalità […], ma rappresentano un vero e proprio schiaffo alle istituzioni e allo Stato“.

Chiare e taglienti parole, alle quali fa seguito un “ultimo e accorato grido di allarme” da parte dello stesso Fabio Venezia, vera e propria richiesta di intervento al presidente della Repubblica. Il sindaco aggiunge, inoltre, che  rassegnerà le proprie dimissioni da primo cittadino, se l’appello passerà inosservato. Parole e fatti che non potranno essere sottovalutate e tralasciate, e che hanno fatto scaturire, già nelle scorse ore, espressioni di solidarietà da parte dei sindaci di Enna e Nicosia: “All’amico Fabio, prima ancora che al primo cittadino di Troina, manifestiamo tutta la vicinanza e la solidarietà nostra personale e delle comunità che siamo stati chiamati a rappresentare, consapevoli del fatto che noi Sindaci siamo ogni giorno più soli a tenere alto il vessillo dello stato, in un quadro politico e istituzionale sempre più incerto e lontano […]“.

Antonio Messina

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