Giovani democratici: occorre lasciare il passo alle giovani generazioni e investire sul territorio
EMERGENZA FUTURO
Il terremoto politico che ha colpito la nostra città riporta al centro del dibattito la sempre attuale questione del legame fra la politica e la gestione amministrativa.
Dibattito antico e articolato, che ha per anni animato le più disparate frange della società e ha spesso messo d’accordo gruppi di appartenenza politica diversa e contrapposta.
La perdita di fiducia nelle istituzioni ha portato negli anni a vedere la politica nelle città come modello da evitare, scavalcato da una gestione amministrativa che va al di là di ogni ideale e ogni netta differenza di vedute (e l’evoluzione dell’attuale amministrazione ne è la prova).
Dibattito che, purtroppo, trascura ancora una volta una realtà sempre più radicata nel tessuto sociale del nostro territorio: la crisi generazionale. “Crisi: è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere”, diceva Antonio Gramsci.
Enna vive più di altre città un vero e proprio esodo di massa di diciottenni pronti a lasciare le proprie famiglie, la propria terra e le proprie radici per andare ad immaginare altrove quel futuro che qui credono irrealizzabile. Guardano con diffidenza una politica che poche volte ha parlato ai giovani e che mai ha parlato CON loro, chiusa spesso e volentieri nella sua logica clientelare di conservazione
del potere.
Vittime di una visione sul futuro limitata semplicemente alla sopravvivenza politica, che ha preferito spesso guardare a possibili nuovi elettori piuttosto che alla fetta che oggi più di prima sente il peso della seconda grande crisi economica della loro vita.
Quei giovani che ormai rassegnati coltivano nell’associazionismo laico e cattolico la più nobile delle tante facce della politica: quella dell’impegno sul territorio per la giustizia sociale e climatica, per un modello di società inclusivo e non divisivo bastato sulla condivisione di idee, proposte e impegno per aiutare chi è in
difficoltà. Idee troppo spesso inascoltate, lasciate impresse su qualche striscione e volate via fra le tante promesse e buone intenzioni da campagna elettorale. Una generazione che è sempre più sensibile ai temi sociali che affronta ogni giorno, dalle ingiustizie sociali alle disuguaglianze economiche sempre più
percepite nelle aule scolastiche così come nei pochi luoghi di ritrovo ormai rimasti in città.
Un assenza di una seria e strutturata visione politica sul futuro della nostra città, ormai relegata al proprio destino di marginalità nella vita economica del territorio, ha portato l’umbilicus siciliae a diventare “una fra le tante” della quartultima provincia d’Italia per qualità della vita (studio di Lab24 del 2019).
Una situazione economica già fortemente compromessa che rischia di crollare definitivamente dopo l’emergenza Covid, si trasformerà presto in una bomba sociale pronta a scoppiare.
Solo un vero e strutturato progetto politico può rimettere i giovani al centro del grande piano di rilancio del territorio che appare ormai indispensabile.
Sono tanti i ragazzi che da destra a sinistra percepiscono il bisogno di fare veramente politica, nella sua più nobile accezione.
Rimettere al centro la cultura, dimenticata ormai da tempo nella nostra città ricca di storia e di beni culturali mai valorizzati, considerando l’enorme apporto umano ed economico alla città che ne conseguirebbe. Cercare vie nuove di sviluppo economico che possano incentivare i giovani ad investire qui e non altrove, mollando quel modello di ordinaria amministrazione apparentemente vincente che ha invece mostrato le sue enormi difficoltà.
I ragazzi intanto, nel trambusto di questa apertura di campagna elettorale , si cominciano ad organizzare. Con non poche difficoltà entrano a gamba tesa nel dibattito, con idee chiare e determinate. Sono costretti anche a subire attacchi, figli di una politica nuova a parole e vecchia, vecchissima (e incoerente) nei fatti.
Nonostante tutto ci sono, ci siamo: alcuni parlano poco, si nascondono, altri parlano, gridano e si mettono in gioco anche per loro.
Le vie e le piazze della nostra città hanno avuto negli anni ampie dimostrazioni. Ora sta alla politica tutta venire a parlare con noi: siamo i vostri figli, siamo i figli della vostra terra.
Il mio auspicio è che si apra per la prima volta nella nostra città una stagione di confronto e dialogo: siamo in piena ”emergenza futuro”, non possiamo più aspettare, non possiamo più andarcene.
“È meglio lasciare il passo alle nuove generazioni” perché come ci disse il grande Luciano Lama, “se non glielo lasci se lo prendono comunque”.
Alfredo Alerci,
Segretario comunale dei
Giovani Democratici