E’ Paolo Gargaglione il presidente del consiglio comunale di Enna
Messa da parte l’ipocrisia, si fa avanti la voglia di governare la città. Il nuovo consiglio comunale di Enna si è insediato questa sera sotto un buon auspicio. Serrate le infinite polemiche che hanno caratterizzato i cinque anni passati e gli strascichi di una campagna elettorale che si è sviluppata fra calunnie varie i nuovi consiglieri, nel rispetto dei ruoli, hanno giurato di non inasprire faide ma di lavorare per una buona amministrazione. Probabilmente la difficile attule gestione della Pandemia Covid 19 ha mitigato gli animi. Tutti gli interventi succedutesi nella seduta che ha inaugurato il quinquennio consiliare si sono espressi per dare sostanza alla voglia di governo. Note liete per le orecchie del riconfermato sindaco, a furor di popolo, Maurizio Dipietro presente ai lavori d’aula. Ed è stato veramente piacevole notare che a rompere il ghiaccio è stato il consigliere classe duemila, il ventenne Marco Greco, eletto nelle fila dell’opposizione. Con poche parole ha voluto dare una decisa sferzata alla malsana logica della passata consiliatura ed ha esordito rivolgendosi al primo cittadino: “Lei è il mio sindaco perchè così ha voluto l’elettorato”. Un riconoscimento ufficiale che è mancato di fatto nei cinque anni precedenti. Ha poi concluso: “In questa aula si deve parlare solo di politica senza attacchi personali”. Il buongiorno si vede dal mattino e così è stato proprio un vent’enne al suo primo discorso in aula a dettare le linee programmatiche della consiliatura: niente inciuci e niente ipocrisie ma tanto lavoro nel rispetto dei ruoli fra maggioranza e opposizione. Bravo. A precisare ancora meglio il ruolo dell’opposizione a Sala d’Euno è stato Dario Cardaci, candidato a sindaco per le liste che facevano capo a Pd, Nuova Cittadinanza, Udc e altri. Non ha fatto sconti come nel suo stile. Ha prima riconosciuto di “aver perso”, senza se e senza ma come piace dire adesso, e poi ha assicurato che guiderà un’opposizione senza appellativi ma al tempo stesso non sarà “gridata, rissosa, acquiescente, preconcetta”. Quale segno di buona volontà politica ha consegnato nelle mani del sindaco il programma della sua coalizione : “Ci saremo sempre per i percorsi possibili e condivisi”. Insomma idee chiare, schiena dritta e obbiettivi ben definiti. Il ritornello dentro Sala d’Euno è così cambiato che anche Stefania Marino, che per cinque anni ha rappresentato la punta dell’opposizione più dura, ha sotterrato, per il momento, l’ascia di guerra. Rimane però guardinga e ha chiuso il suo intervento prendendo a prestito una citazione di Michel de Montaigne: “Una vittoria non è tale se non mette fine alla guerra”. Un buon lavoro può prendere un degno avvio solo se poggia sulla chiarezza bandendo ogni forma di ipocrisia. E questo passaggio non poteva essere che celebrato dalla pasionaria della coalizione Dipietro, Rosalinda Campanile che per dare sostanza ad una campagna elettorale veramente brutta ha dapprima lanciato una battuta: “Ad un certo punto ci aspettevamo di vedere ad Enna solo i Caschi Blu dell’Onu”. In breve ha ripercorso quanto è stato detto e scritto, appunti non certo onorevoli che hanno proiettato la città su cronache nazionali che non le competono. Poi però ha riconosciuto “conforto” nelle parole espresse da Cardaci che hanno chiuso una pagina per nulla bella della politica cittadina. Il dibattito è stato composito ed hanno partecipato tutti gruppi con vari interventi. Da ricordare anche Francesco Comito, Emilia Lo Giudice, Massimo Rizza, Walter Cardaci, Giancarlo Vasco e Rosario Vasapollo. Alla fine della seduta i consiglieri hanno eletto presidente di Sala d’Euno Paolo Gargaglione con 17 voti a favore e 7 schede bianche. Come da copione. “Vice Giancarlo Vasco sempre 17 voti.”
Paolo Di Marco