Decreto Immigrazione e sicurezza. Incontro dibattito organizzato da Progetto Città 3.0
Una gremita sala ha fatto da cornice all’incontro cittadino organizzato “dal Progetto Città 3.0” sul Decreto immigrazione e Sicurezza”. Relatore l’avvocato romano Flavia Cerino esperta in immigrazione e minori non accompagnati.
All’interno di Progetto Città 3.0 si è creato un piccolo gruppo di lavoro che ha ideato e organizzato questo primo incontro. All’organizzazione dell’evento hanno lavorato Antonella Leonardo Gina Oliveri, Irene Giordano, Lucrezia La Paglia e Antonella Samperi.
E l’incontro di ieri sera nasce proprio da un’esigenza di informazione nata in seno a questo gruppo di persone. “Spesso sentiamo alla televisione frasi come: abbiamo subito un’invasione, difesa dei confini, blocco navale. Siamo in guerra e non ce ne siamo accorti?”. “Perché le parole immigrazione e sicurezza sono tenute in considerazione insieme?”. Ha esordito così Antonella Leonardo, una delle organizzatrici dell’evento specificando il perché di questo incontro e da dove nasce l’esigenza di affrontare questa tematica.
L’avvocato Flavia Cerino ha iniziato il suo intervento partendo da lontano. Ha fornito una visione sicuramente differente del fenomeno migratorio rispetto a come siamo abituati a sentirne parlare. E lo ha fatto con dati alla mano fornendo ai presenti una chiara ma soprattutto reale visione delle cose.
“Bisogna capire – ha detto l’avvocato Cerino – la differenza tra il dato percepito e il dato reale. Viviamo in un mondo dell’informazione che ci presenta una realtà diversa da quella che è”.
Il mondo è abitato da 7 miliardi di persone. Di queste, solo 243 milioni si spostano. Ciò corrisponde a circa il 3,5 per cento su 7 miliardi.
I flussi migratori vanno dai paesi in via di sviluppo ai Paesi sviluppati del mondo. Oggi, infatti, non si usa più l’espressione “Paesi sottosviluppati”. Negli ultimi 20-30 anni sta cambiando il motivo degli spostamenti. Da motivi di attrazione a fenomeni espulsivi che costringono le persone a lasciare i loro Paesi. I motivi di squilibrio sono disparità politiche, squilibri economici, sociali, guerre, dittature, cambiamenti climatici. Fattori che costringono le popolazioni a spostarsi. I continenti che ospitano di più sono l’Asia, l’Europa, L’America. Ci si sposta di più verso gli Stati Uniti, il Canada, alcuni Paesi Arabi, poi l’Europa. L’Italia è al dodicesimo posto.
Nell’Unione Europea siamo quasi 600 milioni, gli stranieri regolarmente presenti sono il 7,5 per cento. L’Italia ha 60 milioni di abitanti, gli immigrati stabilmente presenti sono 5 milioni, l’8,5 per cento della popolazione. Di questi 5 milioni, più della metà sono donne, impegnate nel sistema della cura della persona. Per quanto riguarda la religione, 1 milione e 200 mila sono musulmani, ma 3 milioni sono cristiani di cui la metà cattolici, l’altra metà protestanti.
Il primo vero fenomeno migratorio inizia dopo la seconda guerra mondiale. Per regolarizzare il fenomeno le Nazioni Unite siglarono la Convenzione di Ginevra nel 1951 alla quale anche l’Italia ha aderito. La convenzione definisce chi è il rifugiato politico: “perseguitato per motivi di razza, religione, opinione politica, orientamento sessuale”.
La costituzione italiana, all’articolo 10 stabilisce: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici”.
“Possiamo pensare – afferma l’avvocato Cerino – che quello che è successo negli ultimi anni ci fa rispettare questo principio della Costituzione?”.
Nel decreto ci sono alcuni passaggi di incostituzionalità che saranno vagliati dalla Corte Costituzionale. Per uno straniero acquisire la cittadinanza italiana significa rispecchiarsi nei principi e valori del nostro Paese, vuol dire che desiderano condividere con noi i nostri progetti sul nostro Paese.
Parlando del fenomeno degli sbarchi si può notare come il numero è andato calando negli ultimi anni. Si è passati da 181.000, 119.000, 23.000- 247 in questo ultimo anno.È aumentato invece il numero di morti nel Mediterraneo. Da più di un anno comunque non si hanno notizie certe sul numero dei morti nel mediterraneo. Diminuiscono gli sbarchi, dunque, ma aumentano i morti.
Quindi, quando si parla di immigrazione bisogna sempre chiedersi a cosa si riferiscono i numeri. Sono troppi, rispetto a cosa?
Il nuovo decreto migrazione modifica vari articoli delle leggi precedenti. ll profilo di maggiore importanza è rappresentato dalla sostanziale abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che finora poteva essere concesso nei casi in cui ricorrevamo seri motivi di carattere umanitario. Tale permesso aveva la durata di 2 anni e consentiva l’accesso al lavoro, al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale.Il nuovo decreto convertito in legge 1 dicembre 2018, n. 132 introduce diverse tipologie di permessi di soggiorno “casi speciali”. La parola “umanitario” scompare da tutte le leggi che riguardano il mondo dell’accoglienza. Il permesso di soggiorno per motivi umanitari oggi si chiama “permesso di soggiorno per casi speciali”.
I titolari di protezione internazionale o i minori stranieri non accompagnati saranno gli unici a poter usufruire del sistema Sprar dedicato all’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo presso i Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo). Il provvedimento comprende anche una serie di misure per velocizzare le procedure di registrazione e gestione dei migranti, come l’istituzione a partire dal 1° gennaio 2019 di 10 nuove Commissioni territoriali per lo smaltimento delle domande di asilo pendenti.
Sono state introdotte molte limitazioni al rinnovo del permesso di soggiorno, per cui ci saranno molti più irregolari. Chi viene trovato senza documenti in mezzo alla strada viene portato per sei mesi nei centri per il rimpatrio, e l’Italia dovrebbe rimpatriarli.
Siamo sotto scacco dei Paesi che non li riprendono, paghiamo i Paesi per fare riprendere gli immigrati. L’attuale modello utilizzato dai paesi ospitanti è quello della difesa della Fortezza Europa.
Il no degli altri Paesi europei alla richiesta dell’Italia di accoglienza degli immigrati è dettato anche dal fatto che già hanno accolto le quote massime di spettanza. La Germania, per esempio, ha già accolto 50.000 siriani.
All’incontro era presente anche l’assessore comunale alle politiche sociali, Paolo Gargaglione che ha parlato degli effetti del decreto anche nel comune di Enna.
“I primi effetti del decreto – dichiara Gargalione- sono la chiusura di tutti i centri di seconda accoglienza, attualmente tutti i minori che erano nel nostro territorio sono stati trasferiti. Nelle audizioni quasi sempre c’era l’accoglimento del permesso di soggiorno, oggi due ragazzi, che ancora studiano, si sono visti respingere il permesso. Chiediamo all’Europa la suddivisione dei flussi nei Paesi, e poi vengono smantellate le cose che hanno funzionato. Sistema degli SPRAR smantellato, li portiamo nei CAS, CARA, dove potrebbero essere violati i diritti di queste persone”.
Questo è il primo incontro organizzato dal progetto Città 3.0. Ne seguiranno altri di approfondimento e di informazione/formazione su temi di rilevanza sociale che possono avere ricadute anche in ambito territoriale, che il gruppo Progetto Città 3.0 si propone di portare avanti con la speranza di poter rendere un servizio alla città e ai cittadini, per alimentate e favorire la crescita di una coscienza civica e partecipata.