Dallo studio del codice “Morse” al concetto di inclusività

” Diversi da chi?” è questo il titolo del progetto proposto da Ludovica Di Maria in collaborazione con le insegnanti Paoa Di Dio Perna e Donatella La Rocca, ai bambini della 4 E dell’istituto compresivo F.Paolo Neglia plesso Pergusa.

L’idea progettuale prende spunto dal progetto “Kairos” presentato dalle  associazioni Lions, Leo e Vita21. Il progetto punta a favorire l’integrazione ma al contrario. L’obiettivo è quello di far acquisire maggiore consapevolezza della ricchezza insita nella diversità formando attenti cittadini del domani. Quindi non una diversità che si annulla partendo dal presupposto che siamo tutti uguali, ma una diversità che diventa ricchezza nella specificità che la caratterizza.

Per i bambini della 4 E l’attività è stata incentrata sullo “studio” del codice morse. Gli alunni attraverso la segnalazione hanno capito che il codice morse è inclusivo. Questa scoperta li ha entusiasmati a tal punto da volerla condividere con tutti.

A seguire l’articolo scritto dai bambini

Un alfabeto per tutti, l’alfabeto di tutti

Il codice morse è uno strumento di trasmissione e segnalazione inventato nel 1835 da Samuel Morse e Alfred Vail.

Questo codice è stato utilizzato durante la prima e la Seconda guerra mondiale.

Qualche anno prima dell’invenzione del codice Morse, infatti, dallo stesso Samuel fu inventato il telegrafo: primo mezzo di comunicazione a distanza.

Oggi viene usato su Marte dal laboratorio della N.A.S.A. Le sonde inviate nello spazio hanno delle ruote che camminando lasciano una scritta, segno del loro passaggio li.

Il codice Morse è internazionale e comprensibile in tutto il mondo, in più può essere decifrato anche da chi non vede, attraverso il suono, e da chi non sente, attraverso l’uso delle bandierine. Possiamo quindi dire che può essere un alfabeto inclusivo.

L’alfabeto Morse dovrebbe essere conosciuto in tutto il mondo perché potrebbe diventare fondamentale per il futuro.

Il codice Morse unisce e rende uguali.