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Confrati di Enna scrivono una lettera: le Confraternite tra tradizione e “marcio” nascosto

Ad Enna, le celebrazioni dei riti della Settimana Santa stanno per cominciare, un evento che segna da sempre il cuore pulsante della città. Ogni Confraternita si prepara ad intraprendere un programma liturgico e processionale che coinvolge le chiese di appartenenza, snodandosi poi per le vie della città. Eppure, quest’anno più che mai, aleggia un certo malumore: è un dato di fatto che l’atmosfera non è la migliore. Da tempo sono noti gli avvenimenti di abusi sessuali su minori, che hanno visto coinvolti preti, monsignori e perfino il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina.

Una lettera, che rivolge lo sguardo in particolare alle Confraternite sotto la giurisdizione della Chiesa Madre di Enna, ne denuncia il marcio che si cela dietro le tradizioni sacre. Un gruppo di confrati, stufi delle dinamiche interne, ha deciso di esternare la propria rabbia e il proprio disgusto nei confronti di una situazione che definiscono insostenibile.

La lettera inizia con un’amara constatazione: «Tutti i Consigli di Amministrazione di appartenenza alla Chiesa Madre di Enna vengono puntualmente indicati e selezionati, esaminati se idonei, per dirla breve, predisposti alla sudditanza.» Un chiaro attacco al Mons. Enzo Murgano, che secondo i firmatari della lettera eserciterebbe un controllo ferreo sulle Confraternite, imponendo la sua linea e isolando chi non si allinea. Il clima di sudditanza che regna sembra essere il risultato di una vera e propria dittatura religiosa che minaccia chiunque non si conformi.

L’escalation di denunce riguarda anche comportamenti violenti e sopraffazioni all’interno delle stesse Confraternite. «Sono evidenti i fatti gravi commessi dagli uomini delle stesse Amministrazioni o confrati vicini ad essi che agiscono nella sopraffazione, nell’odio, nella violenza.» Fatti che includono aggressioni fisiche tra confrati e comportamenti offensivi, come bestemmie durante le celebrazioni. Anche se alcune riprese amatoriali sono state fatte sparire, «alcune sono ancora reperibili», sottolinea la lettera, come prova tangibile di una realtà nascosta ma ben conosciuta a molti.

«È inconcepibile per chi professa la vera fede Cristiana sopportare ancora simili atteggiamenti», continua il testo, chiedendo un cambiamento radicale all’interno delle Confraternite. Un cambiamento che non è solo di facciata, ma che deve rispondere a un’urgenza morale e sociale. La lettera solleva una questione molto seria: «Se si indaga tra i confrati onesti, quelli che amano il prossimo, qualcuno lo ammette, lo dirà che le elezioni per i rinnovi dei consigli vengono turbate con controlli davanti ai seggi elettorali, con avvicinamenti e discorsi persuasivi e di raggiro.» Un atteggiamento che mina le fondamenta stesse delle istituzioni religiose e che si traduce in un clima di raggiro e manipolazione.

Il gruppo di confrati che ha scritto la lettera si definisce chiaramente: «A scrivere siamo un gruppo di Confrati stufi di questi atteggiamenti.» Loro sono coloro che hanno vissuto per anni nelle Confraternite, quelli che hanno portato avanti tradizioni che risalgono a generazioni. È evidente che non sono contro la tradizione religiosa in sé, ma contro l’ipocrisia e la violenza che si celano dietro alcune di esse. La denuncia è anche una riflessione sul ruolo che molti confrati, anche se nella vita di tutti i giorni ricoprono ruoli socialmente importanti, hanno all’interno delle confraternite, dove si lasciano andare a comportamenti violenti e persecutori.

La lettera non si limita solo a descrivere la situazione attuale, ma lancia anche un appello: «Abbiamo bisogno di una epurazione, vogliamo gente nuova, Confrati buoni.» Si chiede una vera riforma, un cambiamento che parta dal cuore stesso delle Confraternite, che devono tornare ad essere un esempio di accoglienza, rispetto e amore cristiano, non un luogo di sopraffazione e violenza. In particolare, si esprime il desiderio di vedere un rinnovamento che permetta di purificare la Settimana Santa da ciò che vi si è sedimentato nel corso degli anni.

Infine, la lettera si conclude con un messaggio potente e diretto: «La Settimana Santa è alle porte, lo spettacolo delle mantelle dai tanti colori, della danza dei fercoli si farà ma all’interno delle confraternite c’è il marcio.» Un marcio che minaccia non solo la sacralità delle tradizioni, ma anche l’integrità morale della comunità. «Niente più odio, predichiamo veramente la parola di Cristo», esortano i confrati, lasciando intendere che la vera fede cristiana non può essere ignorante di fronte alla violenza e all’ipocrisia che continuano a caratterizzare le istituzioni ecclesiastiche locali.

Concludendo, l’appello di questi confrati non riguarda solo un cambiamento dentro le Confraternite, ma un invito a tutta la società civile e cristiana di Enna a prendere posizione. Non basta celebrare la Pasqua e la Settimana Santa con gesti esterni se non si è in grado di agire con coerenza, amore e rispetto nei confronti degli altri, soprattutto di coloro che sono stati vittime di abusi.

È giunto il momento di fare un passo indietro, riflettere sulle proprie azioni e restituire alla Settimana Santa il significato originario di rinnovamento spirituale, lontano dalla violenza e dall’ipocrisia che oggi la pervadono.

Pubblichiamo la lettera integralmente.

“Ad Enna le celebrazioni dei riti della Settimana Santa e delle feste religiose stanno per cominciare, ogni Confraternita si prepara ad intraprendere un programma liturgico e processionale che incorpora le proprie Chiese di appartenenza e poi la manifestazione si snoda per le vie della città. Quest’anno più che mai aleggia un certo malumore, è un dato di fatto che l’atmosfera non è la migliore. Sono noti a tutti gli avvenimenti di abusi sessuali su minori che trovano coinvolti preti, monsignori e perfino il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina.
Questa lettera rivolge lo sguardo alle Confraternite soprattutto a quelle appartenenti alla
giurisdizione della Chiesa Madre di Enna controllate dal Mons. Enzo Murgano.
Si ritiene doveroso mettere in evidenza che tutti i Consigli di Amministrazione di appartenenza alla Chiesa Madre di Enna vengono puntualmente indicati e selezionati, esaminati se idonei, per dirla breve, predisposti alla sudditanza. È lui, Padre Murgano, che detta la linea, valuta le singole candidature. Chi non si allinea al sentire autarchico che sarà l’emblema, il vessillo dei Consigli di amministrazione delle Confraternite verrà escluso tagliato fuori, vessato, isolato e perfino punito per fatti mai commessi, per colpe inventate, per colpe messe su all’occorrenza con lo scopo di eliminare chiunque non sia in linea al regime. Sono evidenti i fatti gravi commessi dagli uomini delle stesse Amministrazioni o confrati vicini ad essi che agiscono nella sopraffazione, nell’odio, nella violenza.

È noto a tutti fatti che hanno visto protagonisti confrati aggredire altri confrati, pervadono i litigi, le aggressioni fisiche, si assiste a bestemmiare durante le celebrazioni della festa Patronale. Per quanto le riprese amatoriali vengono poi fatte sparire alcune sono ancora reperibili.
E’ inconcepibile per chi professa la vera fede Cristiana sopportare ancora simili atteggiamenti, è inaudito che componenti delle Amministrazioni abbiano tali brutali comportamenti.
Questi elementi a vederli nella vita non danno l’idea di essere invasati, alcuni hanno un ruoli di
educatori, di uomini di legge, di agenti di Polizia ma poi indossate le mantelle con i mostrini
degenerino in atteggiamenti violenti e persecutori.
Se si indaga tra i confrati onesti, quelli che amano il prossimo, qualcuno lo ammette, lo dirà che le elezioni per i rinnovi dei consigli vengono turbate con controlli davanti ai seggi elettorali, con
avvicinamenti e discorsi persuasivi e di raggiro.
Ah… Non ci siamo presentati. A scrivere siamo un gruppo di Confrati stufi di questi atteggiamenti.
Non ci sta bene allontanarci dalla propria confraternita, dalla confraternita che abbiamo vissuto fin da piccoli, che abbiamo dentro il cuore. Qualcuno di noi ha una storia antichissima, tramandata da generazioni, appartenente ai nostri avi. Non è giusto essere cancellati, essere schivati, non è giusto dimettersi sol perché un gruppo di esaltati trova fondamento nel sentirsi importante quando riveste le vesti di Rettore, le vesti di amministratore, le vesti di comandante. Nei loro intenti è sentirsi importanti, autoritari, indiscussi, inamovibili, tutelati delle loro ipocrisie. E, evidente che i loro atteggiamenti sono contrari alla parola di Cristo.
Giorni fa abbiamo assistito ad un aberrante monito da parte del Presidente del Collegio dei Rettori che esortava ad ubbidire, a stare in silenzio. Questa è ancora una riprova della frecciata di velate minacce pronte a diventare esecutive.
La società civile e Cristiana fatta di persone per bene, rispettosa del prossimo, aperta al confronto al dialogo chiede sostegno alla popolazione. Abbiamo bisogno di una epurazione, vogliamo gente nuova, Confrati buoni.
La Settimana Santa è alle porte, lo spettacolo delle mantelle dai tanti colori, della danza dei fercoli si farà ma all’interno delle confraternite c’è il marcio. La società cattolica con il clero, con i suoi laici, con i suoi confrati deve essere un esempio per la comunità, per la sua accoglienza, per il sorriso.
Niente più odio, predichiamo veramente la parola di Cristo. Ne abbiamo le scatole piene di gente cattiva dentro le istituzioni ecclesiastiche, dentro le Confraternite ennesi.”

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