Politica

Appunti per un centrosinistra nuovo

Leggevo da più parti che la generazione più colpita dalla crisi economica amplificata dal
coranavirus è quella più giovane, che sarebbe quella a cui appartengo anche io.
In realtà (considerato a quale punto si è bloccata la politica ennese causa pandemia: il ritorno in
campo delle “vecchie glorie”), la mia generazione non può permettersi di perdere lo slancio anche
nel ruolo che deve esercitare in politica. Non possiamo abbandonare la battaglia del rinnovamento
generazionale e accomodarci al tavolo del ricostituendo “Ancien Régime”.
La politica ennese sembra aver messo indietro le lancette del tempo, raccontando, soprattutto a
se stessa, che potrebbero tornare i felici anni novanta, dimenticando che le risorse economiche, i
rapporti politici e l’autorevolezza di questi anni si sono ridotti con il naturale passare del tempo.
Stiamo parlando di una classe dirigente (giusto dare a “Cesare quel che è di Cesare”) che negli anni
novanta ha avuto una visione sul futuro della nostra provincia, ma che oggi al nostro territorio può
offrire solo album di ricordi sbiaditi: l’illusione che con loro tornerebbero quelle risorse che negli
anni hanno speso e consumato proprio loro.
La campana della nostalgia suona forte anche perché i partiti non sono più capaci ad esercitare il
proprio ruolo. Sempre più simili a consorterie modellate sulle simpatie del candidato di turno sono
rimasti privati dell’elemento fondamentale: non decidono più nulla.
La linea politica di un partito, di tutti i partiti ormai, è assunta secondo gli umori del leader del
momento, dai suoi rapporti di amicizia o inimicizia, a prescindere dalle appetenze e dal patrimonio
culturale che il partito dovrebbe rappresentare. E siccome il leader esercita il potere lo si segue
senza fiatare, speranzosi che nell’esercizio si ricordi del proprio perenne silenzio assenso.
Siamo nell’epoca del civismo e la politica si armonizza condividendo antipatie piuttosto che valori.
In questo contesto Italia Viva in provincia di Enna, a cui sento di dare un consiglio da semplice
iscritto, può esercitare un ruolo determinante, se solo avrà il coraggio di diventare davvero partito
e smetterà di essere somma di singoli: raccogliere la sfida del rinnovamento generazionale in un
campo d’azione nuovo, con valori comuni, che abbia nel buon governo del nostro territorio il suo
scopo.
Il campo d’azione naturale, specie nel nostro territorio ed anche alla luce delle posizioni politiche
del nostro gruppo dirigente, è quello del centro sinistra, a cui troppo spesso ci si appella con
retorica stantia chiedendone unità, che Italia Viva deve interpretare con forza riformatrice,
superando vecchi dogmi e magari anche chi per i propri capricci (o interessi) ha distrutto qualche
decade addietro il “centrosinistra più vincente d’Italia”. Non perdiamo l’ennesima occasione:
superando un’impostazione che ormai si è fatta antica e avendo uno sguardo ampio sul futuro di
questo territorio, il centro sinistra lo possiamo ricostruire davvero.
C’è da immaginare il futuro della nostra provincia, costruendo un nuovo modello di sviluppo
compatibile con questi tempi difficili marcati dalla pandemia, in cui la mia generazione può
diventare protagonista se sarà capace di mettere da parte i livori e i rancori ereditati dall’attuale
classe dirigente, creando una nuova visione di futuro per il nostro territorio.

Prospero Crimi, consigliere comunale di Centuripe

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