ANCHE ENNA POSSIEDE UN’EREDITA’ IMMATERIALE: IL MITO DI DEMETRA E KORE
Sebbene la notizia è arrivata già nel mese di aprile dell’anno corrente, ben pochi sanno che anche Enna, adesso, vanta un proprio spazio nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (R.E.I.S.). Il 28 marzo 2018, infatti, la Commissione Eredità immateriali della Regione Sicilia, ai sensi dell’art. 6 del 05-03-2014, istitutivo del nuovo Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, ha accolto la richiesta di iscrizione del bene “Spazio simbolico della Rocca di Cerere” avanzata dalla delegazione FAI di Enna congiuntamente al Comune di Enna, inserendolo all’interno del Libro degli spazi Simbolici. La commissione, per quello che si legge nella nota inviata il 17 aprile dello stesso anno, ha ritenuto lo spazio meritevole in quanto «ha assunto valenze simboliche poiché fu, in età greco-romana, scenario indissolubilmente legato al mito e ai culti demetriaci, determinando nel tempo la memoria storico-culturale collettiva, che ne ha fatto uno spazio fortemente identitario».
Si tratta di un importante riconoscimento giuridico per l’intero territorio ennese, confermando così il giusto peso da attribuire al genius lociper eccellenza della città di Enna. È il mito di Demetra e Kore, infatti, uno degli elementi che ha permesso alla città di raggiungere splendore e notorietà̀ in passato, così come, con una giusta presa di coscienza, potrebbe avvenire ancora oggi.
Il mito, nel caso specifico, ha avuto e ha ancora la capacità di aggregare, di comunicare, di forgiare la cultura materiale e immateriale dell’entroterra della Sicilia, attraverso i secoli: per questo il mito va tutelato, come risorsa capace di coinvolgere tutti i settori economici della nostra comunità.
L’inserimento del mito e del suo spazio simbolico all’interno del R.E.I.S., rappresenta il compimento di un interessante passo avanti, per avvalorare l’importanza unica di quell’elemento identificatore che rappresenta il prevalente indotto turistico della città e del territorio circostante, grazie alle altrettante testimonianze materiali che dipendono direttamente dalla forza catalizzatrice di uno dei racconti più noti dell’antichità, che qui ha avuto le sue origini.
Sarebbe opportuno che le istituzioni si facessero carico di questo riconoscimento ottenuto, non solo permettendone la sua promozione, quasi inesistente, ma sfruttandone tutte le opportunità che ne potrebbero derivare a livello turistico, uno dei pochi settori trainanti dell’economia locale. Seppure Enna non conserva templi invidiabili e rovine di antichi teatri, possiede la forza del racconto, capace di superare ciò che il tempo può deteriorare nel corso dei secoli.
Antonio Messina