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Randagismo. Interviene il presidente dell’associazione Animalista Alphadog

La realtà dei numeri dice cose diverse da quanto sostenuto da chi amministra

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del presidente dell’associazione Animalista Alphadog, Cinzia Kazandjian, in merito alla querelle sul fenomeno del randagismo tra i due consiglieri di Patto per Enna e l’amministrazione comunale.

“In qualità di Rappresentante dell’Associazione Animalista Alphadog, sento il dovere di spendere qualche parola in relazione alle recenti dichiarazioni fatte dall’assessore Scillia e da altri componenti del consiglio comunale, riguardanti  la recente mozione a tema randagismo presentata da Patto per Enna.

Che gli accalappiamenti tra il 2018  e il 2019 fossero vertiginosamente aumentati a fronte di un repentino aumento dei cani finiti in canile era sotto gli occhi di tutti, ciò che mi ha stupita è stata tanta impreparazione in aula da parte dell’amministrazione(non ci si preoccupa neanche di presentarsi con i dati ufficiali tanto da far rimandare il Consiglio Comunale) e  una risposta politica altrettanto  povera di contenuti.

Non risulta chiara  la strategia che,  da dicembre 2018, ha messo in campo l’amministrazione e secondo cui si attuano  accalappiamenti indiscriminati  di cani. Un esempio su tutti sono i cuccioli in lattazione o appena svezzati  accalappiati e le mamme lasciate sul territorio o al contrario mamme accalappiate e cuccioli di 30 giorni lasciati per strada e parlo di cuccioli perché nell’ultimo anno vanno di moda, se non sono cuccioli e cuccioloni non si accalappiano, hanno le quote di maggioranza in canile . Mi chiedo quale sia lo scopo ultimo visto che, nonostante un anno e mezzo di accalappiamenti di massa, il numero dei cani in strada continua ad aumentare e quello dei cani in canile in contemporanea sale sempre più. A che pro tanta ostinazione da parte dell’Amministrazione  se in un anno  non si è registrato nessun  miglioramento né per la situazione in città, né per la spesa pubblica? Sono questi i tanto attesi risultati della campagna di sterilizzazione dei cani privati che tanto viene pubblicizzata? Sono questi i costi minori di cui parla l’assessore quando dice che con le associazioni si spendeva troppo?

Come associazione abbiamo più volte ribadito inutilmente, la complessità del fenomeno in questione e la conseguente necessità di affrontarlo su più fronti simultaneamente.  Oggi , al contrario, ci ritroviamo di fronte ad accalappiamenti  decisi arbitrariamente senza che si faccia prima alcun programma su chi accalappiare, perché e con quale progetto futuro(con progetto mi riferisco ad un adozione, ad un reinserimento in territorio, ad un lavoro sul cane che lo renda pronto a qualcosa di diverso dal vivere tutta la vita in canile).

Siamo preoccupati da questa assenza istituzionale che rende assolutamente inutile  il lavoro svolto in precedenza. Se controlliamo i dati ufficiali dello stesso comune, nel 2017 (anno in cui Alphadog era attiva sul territorio) i cani accalappiati erano 77 in totale di cui la maggior parte adulti e nel 2018 fino a luglio (mese in cui  è stata bloccata definitivamente ogni nostra attività) erano stati accalappiati solo 21 cani. E’ di tutta evidenza che,quando le associazioni operano sul territorio, contribuiscono alla diminuzione degli accessi dei cani al canile, alla riduzione della spesa pubblica nonché ad aumentare il numero delle adozioni perché i cani prelevati dal territorio vengono gestiti con riguardo allo scopo di garantire loro un futuro migliore. I dati dal 2018 ad oggi, invece, parlano di altro… circa 230 cani in canile in un anno e mezzo e menomale che si doveva diminuire la spesa. La qualità messa da parte a favore della soluzione più semplice e veloce: TUTTI IN CANILE.

La realtà dei numeri, dice cose diverse da quanto sostenuto da chi amministra e riporta che oggi le politiche sul randagismo sono fallimentari e assistere ad un consiglio comunale in cui si imputa tutta la colpa di una carenza gestionale al consigliere Fussone ci sembra, da parte dell’amministrazione, nascondersi dietro un dito. L’assessore ha la delega da due anni, dando la colpa al Consigliere  Fussone ci  vuole dire che in questi due anni non è stato lui a decidere? In merito poi alla cattiva influenza esercitata dal Consigliere Fussone sull’Alphadog  chiarisco pubblicamente che i nostri associati sono capaci di valutare in autonomia l’efficacia dell’operato svolto dall’Amministrazione e che se oggi diciamo a gran voce che le cose non vanno è perché abbiamo aspettato invano che le parole di chi amministra diventassero realtà mentre operavamo a testa bassa  sul territorio con grandi sacrifici e totalmente ignorati dallo stesso assessore a cui chiedevamo regolarmente aiuto. Questo non lo dice Fussone, lo dicono i fatti e se finora abbiamo sopportato in silenzio non possiamo più tacere d fronte alle dichiarazioni che Scillia ha fatto  in consiglio   chiaramente volte ad insinuare dubbi circa il nostro  operato. Per quanto riguarda le tanto contestate convenzioni, quelle che l’Assessore Scillia non condivide, ricordo di aver chiesto personalmente più volte di modificarle secondo le sue vedute. Dopo due anni sono ancora in attesa di risposte reali che sò non arriveranno perché l’assessore ha deciso che non siamo utili alla causa. Dalle dichiarazioni fatte ci sorge un dubbio, chi è l’assessore  Fussone o Scillia? Noi rimaniamo della convinzione che a dettare le direttive sia stato Scillia e lo facciamo in funzione di testimonianze dirette rispetto all’  atteggiamento da lui tenuto nei tanti colloqui avvenuti e che avevano sempre gli stessi temi :problematiche in atto,  mancanza di gestione del fenomeno nel quotidiano, accalappiamenti di massa anche in zone molto molto distanti dal centro abitato, invalidazione del nostro operato se non supportato da strategie mirate come la programmazione delle azioni da mettere in campo in seguito al monitoraggio(la nostra dettagliata relazione sulla zona di enna bassa rispetto ai cani monitorati e alle attività da programmare giace in un cassetto dal 2017 ). In due anni gli incontri  si risolvevano sempre allo stesso modo con un  assoluta chiusura verso le nostre opinioni,  proposte o  soluzioni e con l’assunto finale che era sempre lo stesso,  imparato a memoria tanto mi si ripeteva in stile mantra: L’ASSESORE SONO IO, DECIDO IO.  Che Scillia sia l’assessore lo ha ampiamente dimostrato e nessuno lo mette in dubbio. Per questo oggi si chiede il resoconto delle azioni svolte sulla scia delle sue direttive, soprattutto dalla seconda metà del 2018 ad oggi periodo in cui i meriti o i demeriti raggiunti non possono essere imputati a nessun’ altro che lui nella veste di chi ha amministrato e amministra. Se da una parte si parla tanto delle 50 sterilizzazioni di cani privati fatte, dall’altro non si dice che in un anno e mezzo sono finiti in canile circa 220/230 cani, diteci  se possiamo definirla una vittoria.

Durante il consiglio, come accennavo, sono stati inoltre sollevati dubbi in merito all’autenticità delle adozioni operate fuori regione. Vorrei far presente all’assessore,  che se vuole verificare la validità delle nostre adozione può chiedere all’ufficio Tutela Animali di fornirgli tutti i dati in merito per procedere poi a contattare uno ad uno i circa 200 e più  adottanti degli ultimi 3 anni o ancora meglio, come risponde sempre lui quando gli si chiede sostegno in merito ai problemi legati alla gestione del randagismo: se ha prove di irregolarità le presenti agli organi di competenza.

A scanso di equivoci bisogna dire che l’Alphadog ha percepito per convenzione 46 mila euro circa  (di cui 10 mila stanziati dalla precedente amministrazione)  per gli anni che vanno dal 2016 al 2018 e che in questi 3 anni di attività ha prelevato dal territorio e fatti adottare circa 200 cani che quindi oggi non risultano a carico della collettività. Chiunque riesce a fare un conto matematico capisce che 46 mila euro per 200 cani sono dati sconvolgenti visto che invece si è abituati ai 1.000 euro annuali si pagano  per ogni cane e che bisogna moltiplicare per gli  8/10 anni di soggiorno in canile. Di fronte a questi dati non ci si dica che il problema dell’aumento di spesa erano le associazioni, non ci si dica che sussistevano  situazioni non chiare sulla provenienza dei cani(molti dei quali ci venivano segnalati dalla stessa Polizia Municipale), non ci si racconti che su di noi e i nostri soldi era necessario dare un taglio mentre sul canile non esistono controlli o tagli di spesa. Come funziona? Noi presentiamo le spese sostenute cane per cane, i cani ritrovati passano da verbali di PM, Le adozioni vengono autorizzate dal comune ma siamo tacciate di attività losche. Al canile, al contrario, si và una volta ogni 2/3 anni, non esistono controlli, si elargiscono cifre da capogiro ma và tutto bene? E’ proprio vero che la legge non è uguale per tutti.

Noi di politica non capiamo nulla ma sul randagismo potremmo scrivere interi manuali, data la presenza decennale sul territorio , e da semplici cittadini ci sembra che ciò a cui abbiamo assistito in aula è molto lontano dal voler realmente affrontare il problema”.

 

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