Attualità

Il lavoro diventa opportunità di integrazione e condizione essenziale per la pari dignità sociale.

Si è concluso con successo il workshop GeoLab, rivolto ai più fragili che diventa laboratorio permanente

Coltivando una rosa può rifiorire un’anima. Si è concluso con successo il WorkShop Geolab, la tre giorni organizzata ad Enna dalla cooperativa sociale La Piramide, in sinergia con la cooperativa di inclusione lavorativa Sikelion e l’associazione di familiari Anffas-Agira Onlus, l’iniziativa che ha voluto fortemente ritrarre l’inclusione lavorativa quale opportunità di integrazione e condizione essenziale per la pari dignità delle persone con disabilità psichiche e intellettive. «Quando ricominciamo?», questa la domanda posta dai partecipanti provenienti dai centri di Enna, Leonforte e Pietraperzia a testimonianza dell’entusiasmo con il quale hanno vissuto l’iniziativa. Durante la cerimonia di consegna degli attestati Filippo con sguardo fiero, all’ombra di un melograno in fiori, ha elencato le tante cose apprese in «in soli tre giorni» in quest’aula a cielo aperto. «Abbiamo imparato a riconoscere le piante e prenderci cura di loro, preparare il terreno, seminare e piantare degli alberi nuovi, la concimazione ma anche la potatura delle rose e il contenimento delle erbe infestanti. Ci siamo divertiti molto e non vediamo l’ora di ricominciare!»

La rete messa in campo da queste tre realtà, attraverso il Workshop coordinato dalla psicologa Paola Silvano e dall’agronomo Riccardo Perricone, ha voluto porre l’accento sul problema dell’inclusione lavorativa di persone con disabilità conclamate e, nel contempo, ha voluto indicare una possibile strada da percorrere, in sinergia con le istituzioni ed il privato sociale. «Le istituzioni infatti chiamate ad intervenire a sostegno della disabilità attraverso percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale, non sempre riescono a fornire una risposta concreta e duratura alla necessità di inserimento lavorativo di queste persone», commenta Federica Zarbo, presidente di Sikelion. E continuano: «Si aggiunge a tale difficoltà il permanere dello stigma nei confronti di chi è disabile; lo stesso costituisce un muro quasi sempre invalicabile, che relega gli stessi ad un isolamento forzato; diventando, soprattutto dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico, una condizione di emarginazione cronica. Pertanto, l’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, che rappresenta per ogni individuo un’occasione di autorealizzazione, per una piena autonomia psicologica e sociale, oltre che per un normale sviluppo relazionale ed affettivo, diventa per i diversamente abili una vera e propria sfida».

Il Workshop Geolab che è riuscito a coinvolgere Istituzioni e operatori del terzo settore, a patrocinare alla tre giorni l’Asp di Enna, il Comune, il Gal Rocca di Cerere, la Cna, la Silvio Pastorale e l’Azienda Forestale, rappresenta soltanto il primo passo per la costruzione di un percorso concreto. Il laboratorio agricolo, che ha avuto il suo avvio nelle tre giornate appena concluse, diventa da oggi un laboratorio permanente e sarà aperto a tutti, come luogo di inclusione ed integrazione, non che di formazione al lavoro. La gestione è affidata alla società Sikelion, cooperativa sociale di tipo B di inclusione lavorativa, in sinergia con La Piramide, che da anni gestisce il centro di aggregazione “FreeStigmaLab”, sito in via Aidone. Sarà dunque la collaborazione sinergica delle due società a garantire l’obiettivo riabilitativo e di inclusione lavorativa di quanti aderiranno ai percorsi proposti.

Interpellato il dirigente del Dipartimento Salute Mentale, Giuseppe Cuccì ha così commentato: «“Non c’è salute senza salute mentale”, è stato lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di qualche anno fa. La salute mentale non è infatti l’attività clinica o diagnostica ma è progettare, sviluppare, programmare ipotesi di vita nei contesti familiari e sociali. Il lavoro di fatto è una delle migliori terapie. Il Dipartimento perciò appoggerà e sosterrà la proposta offerta dal Centro di Enna; La tre giorni da poco conclusa di fatto è stata solo una vetrina perché è giusto che il lavoro svolto sul territorio sia conosciuto e riconosciuto». Ed entrando nel merito del progetto pilota che si apre a tutto il territorio ennese e di fatto diverrà un laboratorio permanente ha proseguito Cuccì: «Questo progetto, che parte da Enna, è in perfetta coerenza con l’attività del Dipartimento che dirigo, e può diventare un esempio anche per realtà dove esistono ricchezze abbandonate. La provincia di Enna è fondamentalmente un territorio a vocazione agricola per cui far decollare questa attività significherebbe riuscire a sfruttare quello che di fatto noi abbiamo come patrimonio e farlo diventare un’opportunità. Ci siamo resi conto che i nostri utenti, in tanti casi, si sono trasformati, attraverso i piani nazionali locali, da problema a risorsa. Spesso abbiamo a che fare con esistenze distrutte, provenienti da catastrofi familiari ed esistenziali far germogliare una pianta può determinare la rinascita di un individuo».

 

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