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Diatriba in corso sull’assegnazione del premio nazionale “Il Castellano e la Castellana di Castrum Johanni”

Scrive il presidente dell'associazione TE.M.A contestando il primo classificato. Risponde la giuria

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma del presidente Ass. TE.M.A. di Monreale, da quanto accaduto all’interno della manifestazione federiciana del 12 maggio.

Ciò che viene contestato è il premio nazionale dato a “Il Castellano e la Castellana di Castrum Johanni” indetto per omaggiare la memoria storica di Riccardus de Trentenaria, assegnato alla coppia Antonino Renda e Giulia Marasà del gruppo medievale Regius di Monreale (Palermo).

Con la presente, si vuole tenacemente protestare per quanto accaduto all’interno della manifestazione di taglio medievale svoltasi il 12 Maggio ad Enna.

Con grande spunto abbiamo accettato l’invito, convinti di far bene alla storia antica dei nostri borghi.

Così non è stato. All’atto della premiazione della coppia dei castellati meglio abbigliati ci siamo imbattuti in una coppia di castellani usciti vittoriosi con la proclamazione che diceva così: “Vincono il primo premio la Castellana e il castellano meglio abbigliati dai costumi bellissimi e dal portamento perfetto… il gruppo REGIUS di Monreale” .

Purtroppo noi che eravamo in prima fila sotto il palco ci siamo accorti di quello che alla giuria qualificata è sfuggito e cioè:

1)      Il castellano che non era castellano ma l’Imperatore Federico II indossava una corona sopra un camaglio. Falso storico perché i camagli sormontati da corona venivano indossati dai re e/o imperatori solo in battaglia per farsi riconoscere nel parapiglia della battaglia e non certo  in parata.

2)      Le sue scarpe erano dei normali stivaletti di camoscio bleu con suola di gomma ed elastici alle caviglie di taglio ultramoderno

3)      La lunghezza del mantello e della tunica non erano conformi a quelle che di solito si vedono tutt’oggi nei mosaici delle più belle chiese medievali e sotto questi una calzamaglia che in questa forgia nel medioevo non è mai esistita.

4)      La castellana l’abbiamo vista indossare un abito fuori da ogni possibile accostamento al medioevo del 1270 epoca Federiciana relativamente al colore sgargiante e alla forgia del mantello. I suoi capelli lunghi sciolti sul viso sotto una improbabile corona sono in aperto contrasto con quanto dettato dalla moda e dalla morale dell’epoca che voleva le donne in special modo quelle di rango avere i capelli raccolti dietro vari veli che contornavano il viso.

5)      Le sue scarpette con un bel tacco 5 di epoca napoleonica e non medievale.

6)      La coppia dell’imperatore e della sua dama vincitori di concorso erano scortati da due soldati di cui non si è capito a quale esercito appartenessero per via di quegli elmi che andavano dalla forgia babilonese a quello tardo turco del 1500.

A questo punto a vittoria dichiarata da quella che si è stata definita giuria qualificata ci siamo guardati e ci siamo domandati “Ma siamo su scherzi a parte” Noi allora cosa rappresentiamo? A cosa servono le ricerche storiche del costume ed usanze medievali se poi ad essere premiati sono stati dei falsi storici? Ma è normale fare un concorso dove si premiano al primo posto dei falsi storici e al secondo posto dei costumi del 1400 che per forgia e tessuti vengono apprezzati solo  perché di broccati e velluti infarciti a più non posso di perline e passamanerie ricchissime?

Qui non scriviamo perché non abbiamo rosicato il primo posto, ma per l’ingiustizia perpetrata a discapito della storia, di Enna e di tutti i gruppi presenti da una giuria di bassa conoscenza storica nel voler far passare per ottimo e a tutti i costi quello che è stato meno di mediocre.

Siamo aperti ad argomentare se le SS.LL. volessero benevolmente risponderci a enzadiste@gmail.com

Salvatore Giaconia presidente Ass. TE.M.A. di Monreale

Ed ecco la risposta della Giuria del concorso nazionale “Il Castellano e la Castellana di Castrum Johanni” composta da Nietta Bruno, Enzo Di Serio, Alessia La Paglia e Adelia Martorana.

Sulla “tenace protesta” in corso da parte dell’associazione Tema di Monreale in merito alla coppia di figuranti premiata la cosa domenica con il primi premio del concorso nazionale “Il Castellano e la Castellana di Castrum Johanni”, la giuria all’unanimità precisa quanto segue.

Il nostro concorso è nato con l’intento di unire realtà diverse, città lontane tra loro, gruppi storici di ambito medievale che portano avanti – in contesti ed espressioni artistiche diverse – lo spirito della nostra manifestazione, la Settimana europea federiciana, da sempre contraddistinta dallo slogan “Federico II e il sogno europeo”.

Non abbiamo certo voluto organizzare una sfilata di costumi, ma creare il contesto per accomunare, associare, creare reti culturali sotto il segno della bellezza e nella memoria del Castellano Riccardus de Trentenaria.

La Giuria ha premiato una coppia di figuranti ritenuta valida su criteri quali la fattura dei costumi e l’attendibilità storica dei modelli, il portamento della coppia, l’accostamento tra i costumi e l’eleganza complessiva dei candidati. Non si è volutamente tenuto conto SOLO dell’acconciatura, delle calzature e delle stoffe utilizzate. Il giudizio è andato ben oltre.

Pur accettando gli spunti di critica che possono rivelarsi costruttivi e ripromettendosi di sottolineare con forza in futuro le finalità di fondo del concorso, questa Giuria ritiene INSINDACABILE il voto espresso sui vincitori del bando nazionale “Il Castellano e la Castellana di Castrum Johanni”, giudica pretestuosi e inopportuni tutti gli attacchi di natura “pseudo purista pro Medioevo” e prende le distanze da presunti tenutari di verità storiche.

Chi vuole “tenacemente contestare” il concorso, il premiati e la stessa giuria è ben lungi dagli ideali federiciani di unione tra culture e popoli diversi, anzi infrange la stessa memoria dell’imperatore Svevo e della sua visione culturale e politica del mondo.

La condivisione e il dialogo sono stati e resteranno i fari del nostro percorso verso la tutela della memoria e soprattutto in direzione di valori di pace e solidarietà. Soltanto ispirandoci a idee e ideali forti, possiamo coltivare la luce della speranza.

Di fronte a eventuali ulteriori contestazioni che si riveleranno offensive e lesive nei confronti del concorso, della giuria e dell’intera manifestazione ennese, non escludiamo la possibilità di avviare procedimenti di natura legale.

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