Il supporto vitale di Base. BLS
La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte nel mondo. La sopravvivenza si aggira attorno al 5-10%. Chiunque si trovi di fronte ad un caso di arresto cardiaco deve essere in grado di eseguire la rianimazione cardiopolmonare (RCP) prima dell’arrivo dei servizi di emergenza. La rianimazione precoce e la rapida defibrillazione (entro 1-2 minuti) possono determinare una sopravvivenza superiore al 60%.
Il Basic Life Support (noto con l’acronimo BLS, in italiano Supporto Vitale di Base) è la tecnica di primo soccorso che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e una sequenza di azioni di supporto di base alle funzioni vitali.
L’erronea definizione BLSD si riferisce al protocollo BLS con l’aggiunta della procedura di defibrillazione che è, invece, lo standard nei corsi di formazione per soccorritori sia sanitari (healthcare provider) che laici (heartsaver).
Lo scopo di tale tecnica è quello di ossigenare il cervello e il cuore, insufflando (soffiando) artificialmente aria nei polmoni dell’infortunato e per mezzo di spinte compressive sul torace, determinare un “minimo” di circolazione del sangue.
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico
cerebrale; teniamo presente che la quantità di ossigeno in aria-ambiente è del 21%, mentre quello presente nell’aria espirata dai polmoni è circa del 17%; questo ci fa capire come l’intervento con la respirazione artificiale “semplice”, bocca a bocca (comunque non raccomandata delle Linee Guida senza dispositivi di protezione individuale – DPI, come la Pocket Mask) sia meno efficace della respirazione artificiale “avanzata” con pallone auto-espandibile (magari con una fonte di ossigeno ausiliaria).
Altrettanto importante è la tempestività dell’intervento: dall’inizio dell’arresto cardiocircolatorio, le probabilità di sopravvivenza diminuiscono mediamente di circa il 10% ogni minuto; già dopo 10 minuti, in assenza di RCP (Rianimazione CardioPolmonare), è molto probabile si sia determinato un danno anossico cerebrale permanente (i primi gravi danni al cervello si riscontrano già dopo 4 minuti di mancata perfusione).
Quando parliamo di paziente “infortunato o vittima” intendiamo molte condizioni:
- persona priva di coscienza
- persona con un blocco meccanico delle vie aeree (un corpo estraneo in gola)
- persona folgorata
- paziente in arresto cardiaco
La sopravvivenza è strettamente dipendente dall’esecuzione ordinata di una serie di interventi; la metafora della “catena” sta a simboleggiare da un lato l’importanza della sequenza, dall’altro l’importanza delle fasi del soccorso; il mancato rispetto nell’ordine degli “anelli” riduce le possibilità di sopravvivenza.
La “Catena della Sopravvivenza” è formata da cinque anelli:
I° Anello: Riconoscimento e attivazione del sistema di emergenza, attraverso il numero unico per l’emergenza (NUE) 112
II° Anello: RCP immediata di alta qualità
III° Anello: Defibrillazione precoce utilizzando il DAE (o AED) il defibrillatore semiautomatico
IV° Anello: Attivazione del sistema di emergenza territoriale di base e avanzato (ACLS)
V° Anello: Supporto vitale e assistenza post-arresto cardiaco
La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guida American Heart Association (AHA), ed è pensata per essere eseguita da chiunque, anche personale non sanitario, “laico” (heartsaver).
Il BLS non richiede capacità mediche né l’utilizzo di particolari attrezzature (hands only – solo le mani).
Fare sempre riferimento al 112 prima di intervenire in qualunque modo sui pazienti. Nel caso ci si trovasse nella situazione di dover applicare il BLS si consiglia, specie se si è a conoscenza di queste tecniche, di intervenire.
Consiglio inoltre a tutti di frequentare i corsi di BLS, la spiegazione è sicuramente più approfondita di quella che può dare la semplice lettura di un testo e in più c’è la presenza di simulazioni pratiche.
Va detto inoltre che le linee guida dell’AHA cambiano e si aggiornano ogni 5 anni: le ultime sono quelle del 2015.
All’arrivo sulla scena, prima di effettuare qualsiasi azione sull’infortunato, il soccorritore deve accertarsi che il luogo sia sicuro, privo di pericoli che potrebbero minacciare la salute del soccorritore e ancora dell’assistito (ad esempio, cavi sotto tensione elettrica, odore di gas o liquidi dannosi, carichi pendenti o il sopraggiungere di autoveicoli, caldaie o stufe malfunzionanti, ecc).
Nel caso in cui la scena non sia sicura è necessario avvertire le autorità competenti (ad esempio polizia, vigili del fuoco).
Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con le manovre del BLS.
L’RCP viene praticato esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al richiamo verbale e allo stimolo tattile (per esempio, se scosso). Valutare sempre se il soggetto è vittima di un trauma; in questo caso non muoverlo e contattare immediatamente il 112.
Dopo aver valutato che la scena è sicura, incomincia la valutazione dello stato di coscienza. Porsi di fronte al corpo steso, per evitare movimenti del collo dell’infortunato, scuoterlo “leggermente” per le spalle e chiamarlo ad alta voce. Se la vittima non reagisce, è definita incosciente e va immediatamente chiamato il 118 (e/o 112, il NUE è già operativo in Sicilia).
Valutato lo stato di coscienza, si prosegue con le manovre del BLS.
La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, (dalle iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation).
Per iniziare l’ABC il soccorritore deve porre la persona su un piano rigido (generalmente per terra) con gli arti e la testa allineati in posizione supina (pancia in alto) e con il torace scoperto.
A questo punto si inizia la valutazione vera e
propria:
A: Airway (vie aeree)
Il pericolo che corre una persona incosciente è l’ostruzione delle vie aeree (anche la stessa lingua può cadere all’indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura). Se sono presenti oggetti che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi, meglio se con delle pinze, non introducendo mai le dita in bocca all’infortunato e facendo attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in profondità. Una volta verificata la pervietà delle vie aeree e quindi l’assenza di oggetti che possano ostruire il passaggio dell’aria si effettua l’iperestensione del capo, proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua. La manovra di iperestensione non dovrà essere violenta né brusca (il collo è molto delicato) ma dovrà comunque essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso si sospetti un trauma cervicale, l’iperestensione va sempre evitata (insieme con tutti gli altri movimenti del paziente).
Durante i corsi di BLS vengono fornite indicazioni anche sulle manovre da eseguire in caso di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo sia negli adulti che nei bambini (ad esempio le manovre di disostruzione pediatrica o la manovra di Heimlich).
B: Breathing (respiro)
Dopo la pervietà delle vie aeree è necessario controllare il respiro.
La posizione ideale per farlo è accostare la guancia alla sua bocca, avendo preventivamente scoperto il torace dagli abiti, poggiare una mano sul torace e osservarlo.
Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce. Contare ad alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i fondamenti del BLS, a capire senza interrompervi in che modo può esservi d’aiuto.
C: Circulation (circolo)
Spesso mentre il soccorritore valuta la presenza o meno del respiro ricerca anche il polso (carotideo), quindi l’eventuale presenza di circolo.
Comunque, poiché non è facile apprezzare il polso carotideo, tale ricerca va effettuata solo da personale esperto (sanitario).
La ricerca di tali segni di circolo non deve in nessun modo ritardare le manovre di BLS, per cui in caso di dubbio, incominciare la rianimazione cardio-polmonare (RCP). La rianimazione cardio-polmonare, va effettuata su una superficie rigida (una morbida o cedevole rende inutili le compressioni). Ci inginocchieremo a fianco del torace, con una gamba all’altezza della spalla dell’infortunato.
Rimuoveremo o taglieremo se necessario, gli abiti dell’infortunato. Le mani sono a contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione.
Le collocheremo, sopra lo sterno, una sopra all’altra, al centro del petto. Solo l’eminenza palmare dovrebbe toccare il torace, ovvero la parte più inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta in asse con l’arto. Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le dita e sollevarle leggermente.
Sposteremo il peso in avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le nostre spalle non saranno a perpendicolo sopra le mani. Terremo le braccia dritte, senza piegare i gomiti.
Il soccorritore si muove su e giù con determinazione facendo perno sul bacino. Per essere efficace, la pressione sul torace deve provocare un movimento di 5 cm per ciascuna compressione. È fondamentale, che il soccorritore rilasci completamente il petto dopo ogni compressione, evitando che il palmo delle mani si stacchi dal torace causando un dannoso effetto di rimbalzo.
La frequenza (il ritmo) di compressione corretto deve essere di 120 al minuto, ovvero due al secondo.
Le linee guida A.H.A pongono maggiore enfasi sul massaggio cardiaco precoce (quindi sulla C: Circulation che sarà Chest Compression – compresioni toraciche), ritenuto la manovra “più importante” dell’intera sequenza.
Ecco perché la sequenza è CAB anziché ABC; si inizia con le 30 compressioni toraciche (che devono incominciare entro 10 secondi dal riconoscimento dell’arresto cardiaco), e si procede alle manovre di apertura delle vie aeree e quindi alla ventilazione. Così facendo si ritarda solo di circa 20 secondi la prima ventilazione, cosa che non influisce negativamente sulla buona riuscita del RCP.
Ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale. È fondamentale che durante le insufflazioni il capo rimanga iper-esteso.
Ritorneremo sul torace e riposizioneremo le mani nella posizione corretta.
Ripeteremo il ciclo di (30:2) per un totale di 5 volte, ripetendo la procedura senza mai fermarsi, tranne che per esaurimento fisico o per l’arrivo di altri soccorritori.
D: Defibrillation (defibrillazione)
Il BLS autorizza all’uso del defibrillatore semi-automatico (anche per i laici). Il soccorritore praticata la rianimazione cardio-polmonare, “deve” utilizzare il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) non appena disponibile.
Nei corsi BLS è previsto anche l’apprendimento delle nozioni di base per l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni, ormai diffusi in molti luoghi pubblici, (all’interno di palestre, piscine, scuole, campi sportivi, locali, stazioni, aeroporti, ecc).
Il BLS, quando necessario, deve essere praticato anche sui bambini (da 1 agli 8 anni) o sui lattanti (da 1 mese a 1 anno) ed è analogo a quello utilizzato per gli adulti. Ci sono tuttavia delle differenze, che tengono conto della corporatura più piccola,
della minore capacità polmonare e del ritmo cardiaco più veloce (ad esempio le compressioni devono essere meno profonde di quanto sia necessario negli adulti, cambia il rapporto fra compressioni e insufflazioni, 15:2 con due operatori, si possono effettuare compressioni con un solo braccio o anche soltanto due dita).
Non ultimo va ricordato che, dal momento che nel lattante la normale frequenza cardiaca è più elevata che negli adulti, con una frequenza cardiaca inferiore o uguale a 60 battiti per minuto, bisognerà comportarsi come se fosse un arresto cardiaco. Ogni manovra di BLS a scopo didattico viene effettuata su apposito manichino, dal momento che tali manovre non possono essere praticate se non in soggetti in arresto cardiaco. Per questo motivo si utilizzano manichini che riproducono il corpo umano dotati di una serie di sensori per aiutare a valutare ed eventualmente correggere le manovre svolte dal soccorritore.
L’addestramento è importante, sia per prevenire sensi di colpa ingiustificati in caso di insuccesso delle manovre, sia per non trovarsi impreparati alle diverse eventualità che generalmente si verificano in tali circostanze e non sono riproducibili (ad esempio tensione nervosa, affollamento e presenza di curiosi).
Un corso teorico-pratico dura 8 ore e prevede il superamento di un esame dopo il quale viene rilasciato un attestato e una card di operatori BLS, valida due anni, siano essi sanitari o laici.
Risulta a questo punto evidente come la conoscenza delle sequenze BLS può rivelarsi di estrema importanza qualora ci si trovi di fronte ad un individuo in arresto cardiaco-respiratorio e che sebbene,
gli operatori non sanitari, spesso i primi testimoni di simili eventi, non siano obbligati a intervenire, anche se in possesso delle conoscenze necessarie per attuare le manovre di BLS sono tuttavia tenuti a chiamare i soccorsi.
Al contrario, per gli operatori sanitari vige l’obbligo d’intervento e di messa in pratica delle sequenze BLS.
Sergio Cocimano
Istruttore e Faculty A.H.A
Per info sui corsi mobile: +39 338 3059870
email: sergiococimano@icloud.com