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Istituto “Fratelli Testa” di Nicosia e ASP di Enna: un progetto per lo sviluppo sostenibile e il prendersi cura delle comunità nelle zone interne della Sicilia

L’Istituto D’Istruzione Superiore “Fratelli Testa” di Nicosia sta portando avanti un progetto scolastico di educazione civica che affronta un tema fondamentale: il prendersi cura delle persone attraverso i servizi sanitari e sociosanitari. Il progetto, sotto la guida del dirigente scolastico Giuseppe Chiavetta, coinvolge le classi IV e V AFM, coordinate dalla professoressa Maria Filippa La Porta, e le classi IV e V LSU, coordinate dalla professoressa Patrizia Venuta.

La tematica generale di questo progetto riguarda lo sviluppo sostenibile delle comunità resilienti nelle zone interne della Sicilia. In particolare, si intende sensibilizzare i giovani sul fatto che possono essere protagonisti di un cambiamento positivo per contrastare il degrado e l’abbandono delle aree interne dell’isola.

Il programma, attualmente in corso, è curato dalla Dott.ssa Lidia Messina, Assistente Sociale con posizione organizzativa di coordinamento delle risorse Ospedale-Territorio della zona nord dell’ASP di Enna, che include i Distretti Sanitari di Nicosia e Agira. Il progetto è stato condiviso anche dal Direttore del Distretto di Nicosia e Agira, Dott. Giuseppe Bonanno, e dal Dirigente dell’Ufficio del Servizio Sociale Aziendale, Dott. Paolo Di Venti.

L’elemento innovativo del progetto è l’attenzione al passaggio dal concetto di “cura” al concetto di “prendersi cura”. Questo cambiamento rappresenta una trasformazione fondamentale nell’approccio dei servizi sociosanitari al benessere delle persone. Come afferma la Dott.ssa Lidia Messina, “Il passaggio dalla cura al prendersi cura rappresenta un cambiamento di paradigma, che non si limita al trattamento di problemi specifici ma che abbraccia una visione olistica dell’individuo. Non si tratta solo di rispondere ai bisogni materiali e sanitari, ma anche di affrontare le esigenze emotive, psicologiche e ambientali.”

Il concetto di “prendersi cura” è strettamente legato alla qualità della vita, in quanto implica un miglioramento del benessere globale dell’individuo, con particolare attenzione alle dimensioni emotive e psicologiche. Un altro aspetto centrale del progetto riguarda la crescente problematica della solastalgia, una forma di depressione legata alla tristezza e alla solitudine derivanti dall’abbandono delle piccole comunità. Come sottolinea la Dott.ssa Messina, “l’impoverimento delle zone interne e la trasformazione dei piccoli centri in paesi fantasma sta generando un malessere psicologico diffuso, una depressione legata al disfacimento del proprio luogo d’origine”. Per contrastare la solastalgia, è stata proposta una terapia occupazionale che incoraggia il coinvolgimento delle persone nella cura e valorizzazione del proprio territorio.

Il progetto si sviluppa in tre fasi. Nella fase finale, un gruppo di studenti sarà individuato come “Peer Educators” (Educatori tra pari), incaricati di restituire ai compagni di scuola i contenuti appresi durante il percorso. Questo evento finale rappresenta un momento di condivisione e sensibilizzazione, con l’obiettivo di trasmettere i valori di cura, responsabilità sociale e sviluppo sostenibile.

Il programma, che si inserisce nell’ambito di un progetto più ampio sulla sostenibilità delle comunità nelle zone interne della Sicilia, si propone di formare i giovani affinché diventino agenti di cambiamento per un futuro più equo, consapevole e solidale.

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