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Quando la Comunità Si Interroga: Abusi e Consapevolezza a Enna

Inizio la mia collaborazione con Santannatoday, onorato di aver accolto la richiesta di Manuela.

Partiamo con un tema non proprio “soft”, ma questo è l’indirizzo che ci siamo dati: liberi da condizionamenti e desiderosi di trattare gli argomenti cittadini con il giusto distacco da singoli eventi e persone, concentrandoci invece su un’analisi più generale. L’obiettivo è valutare il fenomeno in sé e cercare di offrire spunti di riflessione.

Negli ultimi tempi, sono emersi casi eclatanti di abusi sessuali che hanno coinvolto personalità di spicco. È doveroso usare il condizionale, considerando che le pronunce giudiziarie non sono ancora definitive, ma queste vicende potrebbero offrire un’immagine negativa di alcuni ambienti. In tali contesti, il senso di impunità e la posizione di preminenza ricoperta dai presunti aggressori nei confronti delle presunte vittime sembrano rappresentare una novità assoluta per la nostra comunità, che è da sempre religiosissima e ortodossamente osservante. La sacralità delle processioni e il forte senso di appartenenza e rispetto reciproco, ancora vivo nelle varie confraternite, dovrebbero essere l’esatto contrario di quanto invece sembra emergere da alcune vicende di cronaca.

In molte famiglie ci si interroga, quasi attoniti, nel riconoscere il volto del “mostro” in personalità da sempre molto presenti nella vita pubblica, naturalmente sempre con il condizionale, in attesa delle sentenze definitive.

Le espressioni sui social e il sostegno convinto alle presunte vittime ci sollevano da un iniziale atteggiamento pessimistico, spingendo il discorso su un piano diverso e collettivo. La maggior parte delle persone ha infatti reagito con una forte indignazione, rifiutando in modo assoluto e pregiudiziale comportamenti non solo esecrabili, ma intollerabili, soprattutto quando a essere coinvolte sono persone che rappresentano le istituzioni più alte della nostra società e del nostro mondo religioso.

Pertanto, proprio perché l’intento di questo articolo è semplicemente raccontare lo sgomento dei cittadini e non esprimere giudizi sui singoli casi (che non ci competono), possiamo dire che, nonostante un’iniziale incredulità e una successiva rassegnazione, gli ennesi si stanno dimostrando ancora più attaccati ai loro punti di riferimento istituzionali, esigendo che non ci siano macchie su coloro che li rappresentano.

Da questo punto di vista, ci sentiamo di affermare che il sentimento popolare rimane sincero e genuino, ma non ingenuo. Forse la “sberla” è stata forte, ma il risultato finale è una ritrovata consapevolezza da parte dell’intera comunità, che riconosce che determinati principi sono ancora saldamente radicati nell’essere cittadini, sia come singoli che nelle formazioni sociali a cui apparteniamo. Ciò ha permesso di riscoprire, insieme, la positività dei valori inalienabili, indiscutibili, non negoziabili e non soggetti a compromessi.

Pertanto, riteniamo che il bicchiere sia mezzo pieno e che, con un attento lavoro educativo, all’interno delle istituzioni culturali e sociali della città, in primis le scuole, certe tristi notizie possano diventare solo un ricordo.

Non siamo a Twin Peaks e non lo diventeremo mai.

Ad maiora!
Gianpiero Cortese

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