Rugolo condannato a 4 anni e 6 mesi. Riconosciuta la responsabilità civile della Curia
Il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata è stato condannato a 4 e sei mesi, interdizione perpetua dall’insegnamento e 5 anni dai pubblici uffici. Riconosciuta la responsabilità civile della Curia di Piazza Armerina.A denunciare Giuseppe Rugolo, il sacerdote, oggi quarantaduenne accusato di violenza sessuale su minori, condannato oggi, dal tribunale di Enna anni , presidente Francesco Pitarresi, a latere Elisa D’Aveni e Maria Rosaria Santoni, è stato nel 2020 un giovane oggi trentenne Antonio Messina che ha raccontato alla squadra mobile le violenze subite dal 2009 al 2013 dal sacerdote. Antonio, che all’epoca dei fatti aveva 15 anni frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista ad Enna, dove sarebbero avvenuti alcuni episodi di violenza, mentre Rugolo era seminarista. Le violenze, però sarebbero continuate anche dopo che Rugolo è stato ordinato sacerdote. Messina, prima di denunciare alla polizia aveva scritto una lettera a Papa Francesco nel tentativo di avere giustizia dopo avere presentato nel 2018 una denuncia al vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana che aveva aperto una investigatio previa. Il procedimento, dopo essere approdato al tribunale ecclesiastico, viene inviato alla Congregazione, oggi Dicastero, per la Dottrina della Fede, che non si esprime per difetto di competenza dato che, secondo l’investigatio, le violenze sarebbero avvenute quando Rugolo era seminarista. Il Dicastero rimanda, dunque, gli atti al vescovo Gisana il quale offre alla famiglia del Messina 25 mila euro in contanti, presi dalle casse della Caritas, come borsa di studio. Ma Antonio Messina pretende che si scriva nella causale “risarcimento danni” e la trattativa salta. Rugolo sarà trasferito da Enna a Ferrara, alla fine del 2019, solo per due anni, questa è la decisione di Gisana, con la scusa che è gravemente malato. Anche a Ferrara gli vengono affidati i ragazzi dai 14 ai 19 anni. Nel 2020, dunque, Messina presenta la denuncia alla polizia che nel corso delle intercettazione capta una telefonata agli atti del processo, tra Rugolo e monsignor Gisana . Il vescovo, candidamente, confessa di avere insabbiato tutto.