Akragas Enna
Non era una gita spensierata. Chi è tifoso acceso ne era cosciente. Una trasferta per una partita decisiva è un mix di speranze e tensioni. Di fiducia e di attesa. Si possono solo annacquare, tenere a bada. Si accetta di partecipare ad un rituale di sogni e sofferenze. Ad Agrigento si gode della bellezza ammaliante dei templi, della vista del mare, di una passeggiata tra i vicoli arabi fino alla cattedrale di San Gerlando. Piaceri sospesi, ovattati e di attesa. A pranzo ci si è stupiti di incontri ammiccanti con persone di conoscenza silenziosa con cui, si scopre, si condivide la passione. Poi verso lo stadio, immersi in una marea colorata di giallo e verde mischiata senza alcuna inquietudine a quella bianco e azzurra. Si inizia male e si palpita fino alla fine. Lo spettacolo conclusivo dei cori dei tifosi malgrado la sconfitta è stato magnifico. La capacità di resistere alle avversità sportive di noi tifosi passionali permette di guardare in ogni caso fiduciosi alla prossima partita.
Mario Rizzo