Lo tenevano d’occhio da mesi quel cappellano, ex carabiniere, che era arrivato al carcere di Enna dopo lo storico don Sebastiano Rossignolo. Da quando era arrivato frate Rosario Buccheri, nominato direttamente dal Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, nonostante avesse una condanna per furto, passata in giudicato nel 1992, gli agenti della polizia penitenziaria avevano cominciato a sequestrare a ripetizione telefoni cellulari e droga, tanta roba per un carcere piccolo come quello di Enna. Così ieri mattina, quando don Buccheri, originario di Villabate, ha chiamato un detenuto, Mattia Rasano, classe 1990, nato a Messina ma residente a Randazzo, nel suo ufficio per un colloquio, gli agenti erano già in campana. Lo hanno bloccato e arrestato mentre consegnava un panetto di circa 80 grammi di hashish ad un detenuto. Nei mesi scorsi non erano passati inosservati i cinofili con i loro cani nel cortile d’ingresso del carcere. Troppe volte, per non immaginare che qualcosa stava per succedere. E l’unica variabile nuova era proprio quel frate, che aveva abbandonato la divisa dei carabinieri per sposare l’ordine dei Frati Minori Conventuali.
Era il 2002 quando il cardinale palermitano Salvatore De Giorgi lo aveva ordinato frate. Poi anni a Termine Imerese e una lunga permanenza ad Alcamo dove, da francescano, si era occupato degli ultimi. Dopo l’arresto, la Polizia Penitenziaria di Enna con i colleghi del Nucleo investigativo regionale e dei Cinofili, informato il pm della Procura di Enna, Domenico Cattano, hanno perquisito la stanza del convento francescano che si trova nella centrale piazza Vittorio Emanuele di Enna. Lí, fra Rosario abitava da un anno circa. E proprio lí , gli agenti penitenziari, presente anche l’avvocato Antonino Grippaldi, del Foro di Catania, nominato dal frate, hanno trovato un piccolo arsenale, tra i quali un fucile a canne mozze, una pistola calibro 38 con matricola abrasa, tante, tantissime munizioni e soldi, circa 35 mila euro in contanti oltre un inquietante taiser, un passamontagna, un coltello ad uncino e due sciabole. Nella macchina del frate gli agenti, poi, hanno sequestrato un piede di porco, una cesoia ed un frangi vetro.
E mentre il carcere viene messo a soqquadro con perquisizioni in ogni cella, la Diocesi, già dentro il ciclone per la vicenda del sacerdote, Giuseppe Rugolo, a processo per violenza sessuale aggravata, e per Giovanni Tandurella, parroco della chiesa madre di Piazza Armerina, ai domiciliari dallo scorso maggio per corruzione, falso ideologico, truffa, circonvenzione di incapace, appropriazione indebita e riciclaggio, affida ad una nota, pubblicata sul sito, la sua fiducia nella giustizia per fare chiarezza su un fatto che definisce doloroso.
Le indagini vanno avanti per provare a capire chi sia realmente Rosario Buccheri, il frate che incantava i fedeli nelle sue lunghe omelie durante le messe alla chiesa dedicata all’Immacolata di Enna, quell’uomo tutto convento, chiesa e carcere che raramente si vedeva in giro e che, invece, faceva il corriere della droga per i detenuti e custodiva un piccolo arsenale nella sua cella francescana. “Siamo orgogliosi dell’attività di prevenzione e controllo, svolto con scrupolo e professionalità dalla polizia penitenziaria tutta . E tutto questo nonostante la ormai atavica carenza di organico e i turni massacranti ai quali siamo giornalmente sottoposti, nell’indifferenza generale” dice il segretario provinciale e consigliere nazionale della U.S.P.P, Filippo Bellavia.
Mentre Rosario Buccheri è già stato rinchiuso presso il Carcere di Agrigento, la Provincia di Sicilia dei Frati Minori Conventuali prende atto degli avvenimenti, esprimendo piena fiducia nell’operato della Magistratura ennese e avviando, in via prudenziale, anche il decreto di sospensione dall’esercizio del sacro ministero.
Pierelisa Rizzo