Solo competenza e impegno alla guida della cosa pubblica
Mario Sgrò presidente dell’Ente autodromo di Pergusa, viva Mario Sgrò. Leggo e ascolto tali commenti. Da parte mia sono soddisfatto ma non grido evviva. Auguro al rinnovato presidente, e alla sua squadra, un buon e proficuo lavoro. L’evviva, caso mai, lo lancerò a conclusione del mandato, quando è giusto tirare le somme; quando è possibile verificare se è stato fatto un buon lavoro oppure no. Certo le premesse sono tutte positive ma nella vita di scontato non c’è proprio nulla. Quindi buon lavoro presidente in attesa di rivedere il circuito proiettato stabilmente in campo nazionale e internazionale. Una nota dolente va registrata: sono stati persi circa tre mesi per ridare la governance alla struttura. Il ritardo, però, ha fatto scattare un’attenzione particolare nell’opinione pubblica che senza alcuna reticenza ha detto la sua esercitando in concreto il diritto/dovere di partecipazione. La pressione esercitata è stata così forte che chi doveva decidere ha riposto in un cassetto il codice Cencelli che aveva sul tavolo per ridare spazio alla pura meritocrazia. Da giornalista non so quanti pezzi ho scritto sulle nomine che negli anni si sono succedute fra Comune e Provincia ma mai ho registrato una presa di posizione così concreta, così forte all’interno della comunità. Vero, tutto è stato facilitato dai social che hanno inondato la rete con un messaggio forte e concreto partito dal basso: più competenza, più impegno, meno lottizzazioni. Adesso chi osserva si aspetta che la stessa ricetta prenda il sopravvento anche per i due componenti di nomina Comunale della Casa di Riposo Santa Lucia. Qui il discorso si fa senz’altro più delicato perché in ballo c’è la cura di cento nostri nonni. C’è in ballo il futuro di una struttura che con grande sacrifici, di chi l’ha amministrata e guidata nel tempo, ha saputo assicurare momenti sereni agli ospiti. E non è cosa da poco. Basta dire quante sono state le Ipab siciliane, o strutture similari, fallite; quante sono tutt’ora in bilico e quanti soggetti sono sotto l’indice per una cattiva gestione. Ebbene la nostra rappresenta un’eccellenza per le cure, l’assistenza ma anche per l’amministrazione. E così deve continuare ad essere. Anche in questo caso è bene che il Comune metta da parte il codice Cencelli, che non ci azzecca nulla con lo Spoils System di americana memoria tra l’altro assolutamente condivisibile, e punti sulla competenza e meritocrazia. Questo è il tempo di individuare e offrire alla città impegno e perizia, non portatori di magliette buoni solo a rimpolpare i ranghi delle truppe cammellate. È tempo di verificare periodicamente e con solerzia l’operato di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica e se il caso di accompagnarlo con decisione e gentilezza alla porta. Su questo campo gioca una partita fondamentale il mestiere che ho provato a fare. Non credo davvero che sia missione del giornalista esercitarsi nella pubblicazione a tutto spiano dei comunicati stampa utilizzando l’orrendo sistema del copia incolla. Per un certo tempo, l’ho fatto e me ne vergogno ancora. Credo invece nel dovere di informare, analizzare, raccontare; aprire squarci di luce nel buio profondo dove quasi sempre la politica tende a nascondere le proprie scelte. Non è cosa né facile né salutare. Solitamente la cortina preparata si staglia come una sorta di invalicabile colata di cemento armato. Bisogna scavare, perforare per riportare alla luce quello che si può. Non è un’attività che paga, anzi le antipatie e qualche volta anche le ire dei protagonisti sono tutte tue. Strombazzare semplicemente le decisioni aiuta solo il padrone del vapore. Così hanno fatto per decenni i quotidiani sovietici e cosi hanno fatto per un ventennio molti giornali italiani. Lo sforzo sta nel raccontare ciò che sta dietro, nel pubblicare nomi, fatti e circostanze che non dovrebbero uscire per niente. Come i salti della quaglia a Sala d’Euno ipotizzati e preparati per salutare una presidenza dell’autodromo diversa da quella attuale. E qui ci si addentra nell’intricata foresta dove non c’è soggetto che tende una mano per confermare ciò che accade, ma ad ogni passo è pronto un intralcio. Nessuna prova su quanto raccolto, più semplice smentire che sostenere. È davvero complicato scrivere su argomenti noti ma che i protagonisti negheranno sdegnosamente e a prescindere. Ma se il giornalismo viene ridotto alla sola ufficialità viene snaturato e di converso esaltato il copia e incolla. Per non dire ridotto ad un carino scendiletto. Su ciò che scrivo e pubblico ho contezza e in fondo ad ogni pezzo c’è e ci sarà sempre la mia firma.
Paolo Di Marco