CNA: “nuovo decreto. Senza aiuti adeguati che senso hanno i sacrifici chiesti fin qui”
Quello che istituisce la zona arancione “a prescindere” fino al 30 è un decreto durissimo, con conseguenze pesantissime su settori vitali per l’economia italiana e per il tessuto produttivo locale fatto di PMI. – così il commento della CNA ennese attraverso un comunicato congiunto del Presidente Filippo Scivoli e del Segretario Stefano Rizzo – Un decreto che non è accompagnato da ristori economici e che che segna in modo inequivocabile la distanza tra il Palazzo e la sopravvivenza di imprenditori e imprese.” “Ancora si aspettano i miseri aiuti del decreto sostegni. Ancora aspettiamo risposte sulle modifiche proposte in termini di adeguamento dell’aiuto economico e di allargamento ad altre fasce di imprese anch’esse duramente colpite. – Continua il comunicato di CNA – Forse invece di far sprofondare nel dramma migliaia e migliaia di imprese per l’attesa impennata dei contagi nel periodo pasquale sarebbe più opportuno inasprire le limitazioni. Le imprese baratterebbero volentieri qualche visita ai parenti e alle seconde case in meno per poter contare su qualche giorni di riapertura in più.” “Se in quadro epidemiologico lo consente, è assurdo chiudere preventivamente fino al 30 aprile.”
La ristorazione, il turismo, l’artigianato artistico, i trasporti e tanti altri settori in queste ore lo hanno detto chiaramente: molte aziende sono già “morte” e appena finita questa fase chiuderanno.
Così, appena si “normalizzerà” la situazione e finiranno ristori e cassa integrazione non assisteremo a nessuna rinascita ma assisteremo inermi alla chiusura del tessuto economico del paese.
Cos’altro deve succedere per capirlo?
Non vi rendete conto che il “decreto sostegno” è insufficiente e terribilmente in ritardo?
Dopo tutti gli sforzi per sopravvivere fino a oggi che senso ha lasciar morire le nostre imprese?