Un minestrone per ottobre
Enna nuovo laboratorio politico? Al momento più due brigate di cucina che si fronteggiano per servire alla comunità ennese la loro, vera o presunta specialità, il minestrone. Da una parte una brigata già ben conosciuta con a capo lo chef Maurizio Dipietro che ormai da cinque anni serve pasti caldi e freddi, a volte per qualcuno anche ghiacciati, a chi di Enna ha voluto testardamente fare la sua residenza. Dall’altra, non so neanche chi cucina, intravedo solo chi si da da fare fra pignate, stoviglie e fornelli. Domani, lunedì 29 giugno, chi vorrebbe “cucinare a fuoco lento lento” Dipietro si ritroverà in via Messina alle 19. L’ordine è stato perentorio ognuno porti i condimenti che ha, li mettiamo assieme e vediamo cosa esce fuori. “A prova” come si direbbe in una vecchia osteria ennese, una di quelle che non esistono più. Non c’è una guida dichiarate ma le aspettative sono tante. Proviamo a metterne in fila qualcuno: Paolo Gargaglione, Ezio De Rose, Cinzia Amato, Maurizio Bruno, Mirello Crisafulli e a qualcuno non dispiacerebbe un ritorno a Paolo Garofalo. Qualche altro pensa all’acquisto di un campione “straniero”: Elio Galvagno. Il sindaco uscente si ripropone, o quanto meno è abbastanza probabile che lo faccia, (finchè carta non canta bisogna stare in campana) con una coalizione che sta assieme per “fare”, per dare risposte al “territorio”. È questa la canzone che canticchiano continuamente in particolare due aspiranti chef, Contino e Colianni. Il primo non perde occasione per illustrare le sue ricette sul web, l’altro è un telefono-dipendente ed anche un uovo fritto ad occhio di bue per trovare il giusto sapore necessita almeno di mille telefonate. Dipietro sembra avere le idee chiare e serra le fila. Messe da parte la casacche politiche e quelle civiche, tolte le pietruzze dalle scarpe infila dentro di tutto. Chi ci sta deve rispondere ad un solo credo, lavorare per costruire un progetto cittadino. L’alleanza va dai leghisti, specializzati nel gioco del nascondino, alla “pasionaria rossa”, Rosalinda Campanile, che guida la metà di Italia viva che è rimasta vicina al sindaco. Dentro ex Pd, gli autonomisti di Colianni, i #diventeràbellissima di Dante Ferrari con altri spicchi della destra, e poi alcuni socialisti e, possibilmente, centristi storici. Dall’altra parte, almeno per ora, “tutti contro Dipietro”. Una coalizione, se nascerà, che conta il Pd del senatore Crisafulli, ½ di Italia viva (tre consiglieri su sei) che fanno capo ad Alloro e Gargaglione, M5S che partecipano alle riunioni ma che si ripetono continuamente “che ci stiamo a fare qui dentro?”, gli amici dell’on. Luisa Lantieri, Fi con Gaetana Palermo (non si capisce se ufficialmente o meno), senza contare soggetti civici, animalisti nonchè “il diavolo e l’acqua santa”. Questi ultimi sono ben individuabili e rispondono ai nomi dell’assessore comunale in carica alla Solidarietà sociale Paolo Gargaglione e all’ex assessore comunale all’Agricoltura Paolo Lombardo impegnato a indicare candidati civici. I due non si amano, tutt’altro si butterebbero ben volentieri giù dalla torre l’uno e l’altro. Si sono scontrati, prima verbalmente poi con la carta bollata, su una nota vicenda che riguarda i centri anziani del Comune. Le loro posizioni adesso irrigidite sono passate ben presto, con sommo gaudio degli avvocati, dal dialogo alle scale di tribunali con denunce, querele e richiami al Tar. Siamo educati e diciamo che si trovano su posizioni distanti ma uniti nella battaglia contro Dipietro. Insomma giriamola come vogliamo ma per gli ennesi non c’è scampo dovranno sorbirsi un minestrone. Vuol dire che per la “nouvelle cuisine politique” di casa nostra chi vive sul cocuzzolo non può leccarsi i baffi davanti un piatto di pasta al forno, salsiccia alla brace e non può mai fantasticare una pepata di cozze o spaghetti allo scoglio. Siamo in montagna e la campagna ci fornisce solo gli ingredienti per un minestrone, speriamo che almeno quello che ci serviranno il 4 e 5 ottobre in tavola sia gustoso e non scialbo.
Paolo Di Marco