Farmaci, va continuata la consegna a domicilio
Ogni fine settimana Enna si confronta con la ricerca della “farmacia di turno.” Com’è noto sabato e
domenica è disposta l’apertura di una sola farmacia con una turnazione prevista da un’apposita
legge regionale. La città è una ma si divide su due piani ben distinti, zona alta e zona bassa, con i
residenti dell’una o dell’altra in difficoltà a reperire farmaci quando la propria zona è priva di
aperture.
Tale considerazione diventa più pregnante appena si evidenzia che ad Enna insiste
un’ampia fascia di residenti avanti con l’età e quindi diventa comprensibile che quest’ultimi si
ritrovano, molte volte, in difficoltà. “La turnazione è prevista da una legge regionale – dice il
presidente provinciale dell’ordine dei Farmacisti Sigismundo Rizzo – che prevede un preciso
numero di aperture in ordine ai residenti. Per Enna un’apertura risponde al dettato normativo”.
Le farmacie sono sei e tra la zona alta e la zona bassa ne apre una nel fine settimana. Per fare scattare l’apertura di una seconda la popolazione residente dovrebbe quasi triplicare, ipotesi fantascentifica in tempi di calo demografico e di scarsa capacità del territorio di far volare le offerte lavorative. La gelida matematica da ragione a quanto viene proposto nei week end, ciò nonostante rimane il disagio che si potrebbe superare solo su base volontaria. Singole farmacie potrebbero decidere di aprire autonomamente senza essere in turno ma ogni singolo esercizio è anche un’impresa che deve fare i conti con costi di gestione aggiuntivi.
Una soluzione quindi difficilmente praticabile, anche a parere dei farmacisti. Dal presidente Rizzo invece arriva una soluzione sperimentata in periodo di Covid 19 che ha trovato consensi unanimi. “In molti comuni – conclude il presidente dell’ordine dei farmacisti ennesi – è stato attivato il servizio di prelievo in farmacia e consegna nell’abitazione dell’interessato da parte di associazioni di volontariato o dei Comuni. Una soluzione sostenuta pure da Federfarma”. La stessa adottata in città in quest’ultimo periodo di epidemia e che ha dato risposte a molti cittadini. Per la verità anche le farmacie hanno quasi tutte adottato la consegna a domicilio. Quindi una pluralità di soluzioni che nel periodo emergenziale ha tenuto a non lasciar soli i più anziani molte volte impossibilitati a recarsi in farmacia per ritirare i medicinali prescritti.
Superata la fase dell’emergenza è auspicabile che questo servizio non venga del tutto dimenticato. È
necessario dare risposta ad un’unica necessità, non lasciar soli i più deboli che quasi sempre sono i
più silenziosi.
Paolo Di Marco